Intitolazione via ad Almirante a Catanzaro, il PSI: "C'è una linea di demarcazione che non va superata"

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  24 ottobre 2023 21:42

Riceviamo e pubblichiamo la nota del PSI Catanzaro. 

"Per onestà intellettuale, già all'atto contenente la la richiesta di intitolazione di una pubblica via al Presidente Sandro Pertini (per la nostra parte politica circostanza già avvenuta un anno addietro in seno alla competente commissione consiliare), avevamo messo in conto gli strali provenienti da certa destra oggi all'opposizione della città di Catanzaro. 

Invero, dai leghisti di casa nostra ci saremmo aspettati una richiesta di intitolazione di un'area comunale ai padri nobili delle giacchette verdi padane. Miglio e Maroni ad esempio. Coloro che con le loro azioni hanno sdoganato alcuni concetti entrati nel gergo popolare e nella narrazione politica e che, purtroppo, si sono tradotte in continue distrazioni di risorse pubbliche dal mezzogiorno d'italia in favore del profondo nord in ragione della maggiore capacità contributiva dei cittadini settentrionali.
Non avremmo mai pensato di leggere, invece, un rigurgito di estrema destra. Ma non perché ci avrebbe stupito il verificarsi di richieste orientate in tali direzioni. Semplicemente perché i seguaci catanzaresi di Salvini (quello che indossava la maglietta inneggiante a Putin) hanno governato la città Capoluogo di regione per lunghi lustri. Avrebbero potuto onorare la memoria di chi avrebbero ritenuto giusto. Se non lo hanno fatto allora i motivi vanno ricercati con una duplice chiave di lettura. O erano in altre faccende affaccendati (ma le condizioni della città non lasciano propendere per questa ipotesi) oppure più semplicemente non credevano neanche loro a quello che oggi hanno dichiarato.
Quale considerazione può avere una persona, nord-leghista di stanza a Catanzaro, che protesta per la richiesta di intitolazione di una strada cittadina a un Padre della patria come Sandro Pertini, un patriota che non ha bisogno di presentazioni,e contestualmente ne deposita una per il sig. Giorgio Almirante, funzionario del regime fascista, regime che non ha mai rinnegato fino alla morte, e provato collaborazionista delle truppe di occupazione naziste? 
Nessuna, dovremmo rispondere tutti all'unisono. Eppure, anche nel teatrino che è diventato oggi la politica, anche nel folclore più eccentrico, persino al Papete mentre si sorseggia un mohito di troppo, c'è una linea di demarcazione che non va superata. Una linea tracciata dalla verità storica, dalla dignità e, se ci è consentito, dalla decenza personale. Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato dagli italiani, è stato un antifascista della prima ora e per questo condannato ingiustamente, costretto all'esilio, poi confinato, incarcerato e condannato a morte proprio da quei nazisti cui Almirante offriva la sua osannante collaborazione, condanna alla quale sfuggì solo grazie ad una rocambolesca evasione. Sandro Pertini è stato un capo Partigiano e medaglia d'oro al valor militare, già medaglia d'argento al valor militare per le azioni eroiche condotte durante la prima guerra mondiale, è stato un Padre Costituente, è stato Segretario Nazionale del PSI con una carriera parlamentare che va da Deputato alla Costituente a Presidente della Repubblica.
Noi Socialisti, nel reiterare la richiesta di individuare un luogo idoneo in cui la città di Catanzaro possa ricordare e celebrare il contributo che ha dato Sandro Pertini all'Italia, chiediamo con forza che si fermi, immediatamente, questo becero accostamento, questa squallida rincorsa tra due figure inaccostabili. 
Se non per pudore e dignità personale, lo facciano per la città di Catanzaro, città Medaglia d'oro al merito civile. Catanzaro è la città di Federico Tallarico, mitico comandante "Frico" e Aldo Barbaro e non merita queste squallide strumentalizzazioni.
Ne deriva come sia evidente la solita doglianza di natura strumentale e dal sapore di revansciamo di cui, francamente, i cittadini (specie quelli che oggi non si ritrovano grazie alle loro politiche governative neanche un sussidio quale il reddito di cittadinanza per le fasce di popolazione meno abbiente) farebbero volentieri a meno".

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