Il percorso politico di “Io resto in Calabria” va avanti e guarda ai territori. Il movimento guidato da Pippo Callipo riprende il cammino iniziato ormai più di dieci anni fa e riparte dalla passione e dall’impegno dei tanti attivisti calabresi che hanno permesso di ottenere un lusinghiero 8% alle elezioni regionali dello scorso 26 gennaio. Il patrimonio di fiducia e di speranza degli oltre 60mila calabresi che hanno votato la lista IRIC rappresenta le fondamenta su cui strutturare il cammino di quella che, oltre ad essere la seconda forza dell’opposizione in Consiglio regionale, è ormai una realtà stabile nel panorama politico regionale.
Tali risultati, ottenuti senza poter contare su una struttura consolidata come quelle dei partiti tradizionali, inducono a concretizzare l’organizzazione del movimento sul territorio puntando su chi, da candidato o da sostenitore, ha già dato prova di volersi mettere al servizio della comunità. In molti, infatti, dando voce alle forze sane della società, guardando al mondo dell’associazionismo e dei movimenti civici, sono diventati dei punti di riferimento per portare avanti battaglie di civiltà improntate alla trasparenza e alla giustizia sociale.
In quest’ottica, rappresenta senza dubbio una novità importante l’iniziativa assunta a Vibo Valentia dal primario emerito Domenico Consoli, già candidato di IRIC alle Regionali, che ha dato vita all’associazione “Umanesimo Sociale” creando un momento di discussione e di incontro tra le forze che si pongono in alternativa al centrodestra a trazione leghista.
«Fare rete, creare spazi di dibattito attraverso gruppi di lavoro in cui i giovani possano esprimere le loro competenze, mantenere un’interazione costante tra i territori e il Gruppo consiliare, è fondamentale – è il commento di Pippo Callipo – per dare sostanza e qualità al progetto politico di IRIC. Siamo dunque già al lavoro per creare le condizioni affinché le iniziative sui territori abbiano il giusto sostegno. Il dibattito aperto da Consoli a Vibo guarda senza dubbio alla crescita politica, culturale e sociale del territorio perché è improntato all’inclusione e alla partecipazione. A lui, come a molti altri esponenti di primo piano di IRIC che fanno quotidianamente un lavoro validissimo e che presto avranno ruoli ben definiti, non mancherà il mio appoggio e quello di tutto il nostro movimento».
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