"Io testimone dell'inferno di Beirut", il racconto del catanzarese Valerio Melino su una nave nel porto libanese (FOTO)

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images "Io testimone dell'inferno di Beirut", il racconto del catanzarese Valerio Melino su una nave nel porto libanese (FOTO)
Valerio Melino
  07 agosto 2020 20:02

di TERESA ALOI

Lo scoppio, lo spostamento d'aria, la colonna di fumo rossa, la nuvola di fuoco, riprese con il cellulare. Pochi secondi. In sottofondo l'incredulità, la paura, l'appello a mantenere la calma di chi sta riprendendo con il telefonino il momento che ha devastato la capitale libanese. 

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Valerio Melino, 42 anni catanzarese, sta bene e fortunatamente, non ha perso il suo sorriso. Anche se non sono stati momenti facili.  E' tra gli otto membri dell'equipaggio del Sima, lo yacht di proprietà di un armatore libanese, ormeggiato nel porto turistico di Beirut dal 21 luglio. In linea d'aria è a un chilometro dalla parte commerciale del porto della capitale dove martedì pomeriggio si è scatenato l'inferno quando è saltato in aria un deposito con 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio.  

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Ecco perché l'ha vissuta in diretta. Valerio vive con la famiglia a Viareggio da circa un anno e a marzo si è imbarcato sullo yacht. E' partito da Viareggio direzione Beirut il 26 giugno e dopo aver fatto alcune soste tecniche è arrivato in Libano. 

La prima cosa che ha fatto, subito dopo aver assistito all'esplosione, è stata quella di telefonare alla moglie Rita e ai genitori per rassicurarli prima che la televisione mandasse in onda quelle tragiche immagini. In quel preciso momento, ha raccontato, lo yacht ha cominciato a tremare e ondeggiare investito dall'onda d'urto dell'esplosione.  Valerio era sul ponte quando si è scatenato l'inferno. E negli occhi ha ancora quelle immagini.

La telefonata sul cellulare di Rita arriva pochi minuti dopo. Lei è a casa, a Viareggio. In cucina. "Amore ascoltami, io sto bene, stai tranquilla. Se senti qualcosa in televisione non ti preoccupare, qui stiamo tutti bene. Ci sono state due esplosioni ma noi stiamo bene.  Non sappiano ancora di cosa si tratta. Ti richiamo appena posso" racconta Rita. 

Ora, dopo un primo momento di scoramento il comandante e l'equipaggio si sono attivati per cercare di capire come andar via. Al momento  sono senza gasolio e con acqua ed energia elettrica razionata. Una situazione che si è complicata ancor di più considerato che, nel momento in cui hanno attraccato al porto di Beirut, le autorità libanesi hanno trattenuto i loro passaporti. Tuttavia, l'armatore si è già attivato presso il Consolato italiano per un rientro quanto più immediato a casa. 

 

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