di GIOVANNA BERGANTIN
Siamo dentro una situazione surreale. In pochi giorni, meno di tre settimane da quando coronavirus è entrato nelle nostre vite, tutto ciò che ci sembrava fosse un punto fermo è sparito per lasciar posto all’incertezza, al dubbio, ad un’invasione da manuale. Del resto, in una Umanità da social e supereroi da video e successo, anche il virus superveloce, lanciato al galoppo, non frena la sua corsa. Troppo difficile sintonizzarsi sulla questione altrettanto rapidamente. Al momento i nostri figli combattono la loro guerra sul fronte nord dove la situazione è allo stremo. Molti di loro sono in prima linea nelle corsie degli ospedali o nelle industrie o nei nuclei economici, in posizioni di responsabilità. Si continua sia dietro le mascherine sia dietro gli schermi in quarantena. I miei sono lì. Sul fronte Sud facciamo la nostra parte. Tutti insieme, aspettiamo l’alba, fiduciosi che “adda passà ‘a nuttata” per dirla alla Eduardo De Filippo.
Risintonizziamo velocissimamente i nostri schemi sulle ultime disposizioni della settimana e passiamo parola fra di noi. E’ un curioso ritorno alla storia e alle sue lezioni. Rivalutiamo le botteghe all’angolo, i passatempi casalinghi e definiamo le incombenze lavorative dal display del nostro studio. Non prendiamo il the con le amiche, ma quanta creatività in casa! Un tripudio di inventiva e di genialità da scambiare sui social. Recuperiamo lo spazio-casa tanto agognato e, se i ruoli ce lo consentono, aiutiamo la baracca, ingegniamo al meglio la giornata. Dilettiamoci ai fornelli perfino con le ricette che in famiglia non si vedevano da tempo e coccoliamo la tavola solitaria con piatti formidabili, degni di uno chef. Potremmo anche tralasciare di far un salto al supermercato portando in scena il miglior alleato di donne in carriera e di gourmet solitari: le care vecchie dispense con i cibi a lunga conservazione.
Tiriamo fuori le nostre salse, marmellate, sottaceti e salumi messi ad asciugare sotto i tetti. Per rappresentarvi la situazione ci spostiamo virtualmente a casa di Silvana Docimo, amica molto attiva sui social. Silvana, ogni mattina, dalla sua casa di Rose a pochi chilometri da Cosenza, con i suoi messaggi vivaci e pieni di sentimenti in rima, ci mette sulla via giusta. “La tavola colorata è stata la mia passione fin da piccola. - ci racconta al telefono, senza alcuna ansia da single – Ho seguito l’esempio di mia madre e mia nonna, ma poiché papà era in politica e si riceveva continuamente, a me era lasciato il compito di allestire la tavola. Mi ispiro alle stagioni, colori pastello, tessuti eterei, antiche porcellane e moderne ceramiche per le mie tavole a tema. Realizzo le mie idee la sera, quando passo le lunghe e buie ore notturne a leggere, ispirata da versi e poeti, creo e ricreo, compongo tovaglie con il bosco, campi di papavero e fiordalisi o fiori di pesco, con posate, scodelle e candele in posa, come quadri.
Il caffè del mattino con Silvana
Quando si offusca la serenità e svaniscono gli arcobaleni non demordo – continua Silvana – e inizio la giornata con una invitante e colorata tazza di caffè, rapita dal rosa che illumina gli occhi e dà lietezza all’animo che affanna. Ed ecco che a pranzo spengo i pensieri e accendo i sogni e la speranza nell’attesa di primavera. Tra i fenicotteri in armonia ripropongo le gustose tagliatelle e ceci della tradizione con pane paesano irrorato dai profumi del magnifico olio dei frantoi di Rose. Ogni tavola racconta le emozioni delle giornate e del tempo andato e rispecchia ciò che mi circonda. Cerco punti interessanti, angoli, sfondi, per trasformare le ore del giorno in opere d’arte. Amo narrare gli stati d’animo con passione e partecipazione emotiva, per restituire un’immagine poetica e vibrante del tempo che scorre. E’ un modo per evadere – conclude Silvana – liberare la mente, un gioco simpatico che aiuta e tira fuori tanti momenti belli e positivi”.
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