IRA festival: debutta a Soverato “Cani Lunari”, un rituale di danza e magia

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Foto di Angelo Maggio | Edizone 01 - IRA Festival
  07 settembre 2025 09:25

di GIULIA CRICELLI

Un alone luminoso attorno alla luna nella tradizione popolare annuncia l’arrivo del maltempo. È questo fenomeno, chiamato “cani lunari”, a dare il titolo al nuovo progetto di Francesco Marilungo, presentato per la prima assoluta all’Anfiteatro di Soverato ieri, sabato 6 settembre, nell’ambito del festival IRA, diretto da Pietro Monteverdi con curatela artistica di Settimio Pisano.

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Cinque donne emergono dal buio. Prima una, poi quattro. Lentamente iniziano a muoversi, ondeggiando fino a trasformarsi nei corvi che abitano la scena, vivi attraverso i loro gesti, i loro corpi, la loro voce.

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Con il vento che ha accompagnato la performance, apparso quasi invocato, il debutto di “Cani Lunari” ha trovato il suo contesto ideale.

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Lo spettacolo unisce ricerca coreografica e tradizione popolare. Marilungo si ispira alle figure di streghe e guaritrici. In Calabria, queste presenze prendono forma nelle magare, donne custodi di riti antichi e saperi popolari, capaci di dialogare con gli elementi. Come i corvi che abitano la scena, le magare sembrano muoversi tra mondi visibili e invisibili, echi di gesti e formule che ancora oggi parlano di protezione, mistero e trasformazione. La loro memoria attraversa la danza, rendendo la performance un ponte tra donne, natura e magia.

Vera Di Lecce, Barbara Novati, Roberta Racis, Alice Raffaelli e Francesca Linnea Ugolini  danno vita a un rituale collettivo. I costumi bianchi richiamano la tradizione del sabba, mentre la danza diventa attraversamento e trance accompagnata da musica elettronica intrecciata a formule magiche italiane. La voce di Vera diventa canto ipnotico, mormorio ancestrale, tessuto sonoro che spinge chi guarda dentro una dimensione sospesa.

Cani Lunari non è solo danza. È magia. Un rituale attraverso corpo, spazio, suono e percezione. È metamorfosi, radici e tradizioni. Un invito a lasciarsi attraversare dall’etere e recuperare antiche conoscenze.

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