Italia in comune Calabria: “Il Governo c’è che incida come deve. Per una volta"

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Per Italia in comune Calabria: "Un intervento del Governo in un ambito di stato d’emergenza crediamo dovrebbe essere giustificato da provvedimenti che siano in linea con il concetto di emergenza stessa altrimenti tutto ciò non avrebbe senso".

  19 ottobre 2020 11:45

"“….il Governo c’è….” questo il refrain degli ultimi mesi e anche ieri sera nel corso della conferenza stampa sul nuovo DPCM questa frase è stata ribadita più di una volta. La nostra posizione è stata sempre molto critica sulle scelte operate solo nelle rispetto della forma ma prive di sostanza. Addirittura ultimamente dobbiamo prendere atto che il nostro Governo ha fatto dello “scarico di responsabilità” una bandiera. Un intervento del Governo in un ambito di stato d’emergenza crediamo debba essere giustificato da provvedimenti che siano in linea con il concetto di emergenza stessa altrimenti tutto ciò non avrebbe senso". Così in una nota stampa di Italia in comune Calabria, il Coordinatore Regionale Serafino Tangari e il Presidente Pietro Francesco Spadafora

"Vorremmo che si intervenisse concretamente sui problemi veri, quali ad esempio il trasporto perché non era difficile da prevedere come il settore andasse in difficoltà non appena il numero di cittadini che, per necessità lavorative o scolastiche, aumentasse. Le immagini di persone ammassate su autobus, metro o altro mezzo di trasporto pubblico è tornato ad essere al livello di pre Covid. Non possiamo evitare poi di tornare su un’altra nostra battaglia, - prosegue la nota - ovvero quello dello smart working. In tempi non sospetti abbiamo chiesto una regolamentazione definitiva e un lavoro di incentivazione sia pubblico che privato che possa andare anche al di là dell’emergenza sanitaria e restituisca alle persone un senso diverso della propria vita, diventandone protagonisti nelle scelte e non dovendo forzatamente subire l’imposizione del luogo di lavoro".

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"Negli ultimi giorni - si legge ancora - è salita alle cronache la situazione delle terapie intensive e sub intensive che non è allineata rispetto a quanto previsto nel DL Rilancio.  Nel “discorso alla nazione” il Presidente Conte millantava un raddoppio dei posti letto nelle terapie intensive. Peccato che la stessa presidenza del Consiglio dei Ministri divulgava meno di una settimana fa un documento che certificava come l’aumento dei posti letto si fermasse al 30%, e la situazione calabrese è, se possibile ancora più drammatica. L’aumento dei posti letto è quantificato addirittura in sei. Ci limitiamo alle accuse tanto dal Ministro Speranza quanto dal Commissario Arcuri, ma ci si dimentica di evidenziare come il processo sia stato molto articolato (per usare un eufemismo) incagliandosi anche all’interno di un processo burocratico che continua a fossilizzarci lasciandoci sempre più camminare sul posto".

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"E’ drammatico pensare che in piena pandemia, con una seconda ondata ampiamente prevista, e con ben otto mesi di tempo non si è stati in grado di pubblicare, - evidenziano sulla nota - esperire ed assegnare le gare d’appalto per i famosi 3500 posti di terapia intensiva aggiuntivi, e se anche vi fossero delle responsabilità regionali, perché uscire con questo “j’accuse” solo ora? Perché non intervenire in maniera forte e decisa colpendo chi realmente non ha fatto tutto ciò che era necessario fare? Tra ieri sera e questa mattina abbiamo assistito all’ennesimo capolavoro ovvero l’inserimento prima e la cancellazione poi, della parola “sindaco” dall’articolo che prevede l’ordinanza di chiusura dalle ore 21 di vie e/o piazze in cui si creano o potrebbero crearsi assembramenti. Bene ha fatto il presidente dell’Anci Decaro a protestare immediatamente, così come sono assolutamente comprensibili e condivisibili i commenti negativi di tutti quei primi cittadini che oggi come noi, considerano tutto ciò un atto di ponziopilatesco scarico di responsabilità. Un articolo che lascia ancora una volta il fardello in mano ai sindaci e che non ha una visione d’insieme e non può avere un metro di giudizio uguale su tutti i territori".

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"In questi giorni ci hanno colpito molto le affermazioni di Francesco Vaia Direttore Sanitario e INMI Lazzaro Spallanzani di Roma, consapevole di ciò che sta accadendo a livello sanitario non dimentica e non mette in secondo piano l’aspetto sociale del problema. A stress e minacce di provvedimenti risponde con senso di responsabilità, a restrizioni risponde con ampliamenti, ad imposizioni risponde con insistere nel convincimento. I cittadini hanno il dovere sì di essere scrupolosi ed attenti per se stessi e per gli altri, ma hanno il diritto di continuare la propria vita quotidiana mutandola se serve ma non interrompendola (almeno per alcune categorie). Ed il Governo ha il dovere di cambiare passo evitando così, come ammesso dallo stesso Premier Conte in risposta alla domanda della giornalista Emilia Patta de Il Sole 24 Ore, che non possiamo più permetterci un’erogazione a pioggia - conclude - e che il ristoro per le categorie che subiranno altri danni economici da questi provvedimenti, per via della strategia cambiata sarà basata su criteri selettivi verso chi ha davvero bisogno. L’ammissione che molti provvedimenti pensati non sono stati efficaci e soprattutto hanno comportato sostegno a chi non ne aveva bisogno così da non poter sostenere, nella corretta misura, chi invece è stato travolto dallo tzunami economico. “….il Governo c’è….” che incida come deve. Per una volta".

 

 

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