"La targa indica l’ingresso al quartiere Timpone che veniva, un tempo, aperto al mattino e richiuso la sera. Ad accertarne la presenza, non solo reminiscenze e racconti di qualche anziano ma anche la testimonianza di due storici nicastresi: Pasquale Giuliani nelle sue “Memorie storiche della città di Nicastro” scriveva: “Similmente sulla destra sponda del Canne era com’è tuttavia un agglomerato di case, ove è fama che ghetto fosse stato di ebrei; e che dal luogo sassoso e dirupato si è sempre nominato Timpone”; mentre Giacinto Montesanti nella sua “Storia di Nicastro”, scriveva ancora “Nel medesimo periodo (XIII sec.) la venuta degli Ebrei in Calabria ne portò, anche fra noi, una piccola colonia, la quale pose stanza in apposito ghetto: il Timpone”.
Proprio per la sua posizione, in mezzo ai due torrenti Barisco e Canne, si era formata una fiorente attività e gli abitanti del quartiere hanno potuto sfruttare le condizioni favorevoli per avviare attività lavorative come quelle dei conciatori di pelli, tintori, cultori del gelso tanto che ci sono ancora alcuni vicoli del quartiere che portano proprio questi nomi. Passeggiando nelle stradine del quartiere si respirano quella che fu la bellezza e l’importanza storica e sembra, quasi, di ritrovarsi in un angolo antico di mondo nonostante sia così vicino alla modernità della città, essendo divisi solo da un ponte.
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