Italia Nostra scrive al sindaco, alla Soprintendenza e agli eredi Nunnari: "Rompere il silenzio su Palazzo Fazzari"

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Palazzo Fazzari. La sala da ballo con decori di Frangipane
  14 dicembre 2020 18:09

Lettera-denuncia di Italia Nostra indirizzata al Sindaco, alla Soprintendenza e agli eredi Nunnari

“Uno dei migliori esempi di pittura decorativa in Calabria” scrive Maria Pia Di Dario Guida, illustre storica dell’arte,  riferendosi al Palazzo Serravalle, ora abbattuto, e a Palazzo Fazzari, progettato e decorato in stile neorinascimentale dai fratelli fiorentini Federico ed Enrico Andreotti fra il 1870 e il 1874.

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Come sappiamo, il committente fu l’imprenditore e politico Achille Fazzari (1839-1910), originario di Stalettì che volle possedere una sontuosa dimora nel centro della città dove mettere in mostra il suo prestigio e il raggiunto benessere economico.

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Nel 1893, al piano terreno del palazzo si trasferì la farmacia del Commendator Federico Leone il quale, forse per eguagliare lo splendore del resto del palazzo, non badò a spese e l’arredò con mobili in legno intagliato ad opera dei migliori ebanisti dell’epoca e la dotò di una bellissima insegna in ferro, marmo e legno, ora gravemente danneggiata. Ne rimase estasiato persino George Gissing, scrittore inglese di passaggio in città, che ne volle scrivere nel suo libro Sulle rive dello Ionio. Il dottor Leone fece poi decorare i soffitti dell’elegante farmacia da un giovane e promettente studente dell’Accademia di belle arti di Napoli, catanzarese di origine, Alfonso Frangipane che avrebbe in seguito fatto molto parlare di sé. Lo ritroviamo nel 1906, al piano nobile dello stesso palazzo, a ridecorare il soffitto più grande e prestigioso, quello del salone da ballo che abbellirà con eleganti figure femminili volteggianti  nel nuovo stile in voga in quegli anni, il Liberty.

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Fin qui, in breve, la storia dello splendido palazzo, vicino a compiere 150 anni, unico nel suo genere nella nostra città. Ma ora che fare? Il Circolo Unione dal 2015, dopo 52 anni, ha chiuso i battenti, Emilia Zinzi e Quirino Ledda, paladini di tante battaglie, se ne sono andati, la città sembra essere finita sotto un malefico incantesimo ed è calato il sipario e il silenzio sul nobile edificio, come se fosse inutile persino parlarne, tanto si è rassegnati ad un lento, incontrovertibile destino del centro storico.

Come Italia Nostra abbiamo inserito il palazzo e soprattutto i decori del piano nobile e della farmacia nella Lista Rossa della nostra associazione per segnalare i beni bisognosi di tutela e denunciamo con forza, ancora una volta, l’abbandono e il conseguente degrado per un edificio storico, prestigioso e unico che non può essere altro che patrimonio della città e dei suoi cittadini. Un bene fortemente simbolico e identitario dell’intera comunità, delle sue radici, del suo vissuto, dunque da salvaguardare e trasmettere nelle migliori condizioni alle future generazioni senza alcuna esitazione, senza alcun dubbio. Anche l’incuria, ricordiamo, è una cancellazione e noi tutti non possiamo stare a guardare.

Siamo forse sognatori e visionari, come lo era in fondo anche Achille Fazzari, se immaginiamo o ci auguriamo di vedere attorno ad un tavolo i proprietari del palazzo, il sindaco, i funzionari della Soprintendenza e tutti gli uomini generosi che vorranno unirsi all’impresa per iniziare a discutere e trattare la possibilità dell’acquisizione a bene pubblico del bene o anche solo per trovare soluzioni che mettano in salvo i suoi tesori?

Rompiamo il silenzio su Palazzo Fazzari! Italia Nostra, insieme a tutti i cittadini e alle associazioni che hanno a cuore la città, è pronta a collaborare e già nelle prossime settimane per rendere concreto il nostro intendimento, contatteremo i proprietari della farmacia per sondare la possibilità di far eseguire il restauro dell’insegna esterna".

 

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