Jazz Day, note dal cuore antico di Catanzaro: giovani talenti accendono Palazzo Stella

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images Jazz Day, note dal cuore antico di Catanzaro: giovani talenti accendono Palazzo Stella

  01 maggio 2025 11:14

di MARCO CALABRESE

Il percorso per arrivare a Palazzo Stella si sviluppa in un itinerario che attraversa il cuore del centro storico. Palazzi abbandonati, intonaci scrostati che fanno spazio a spontanee fioriture di capelvenere, panni stesi sul balcone che si stagliano nell'azzurro cielo dell’ultimo giorno di aprile. Un tuffo nella storia che profuma di muri umidi e di pietre antiche.

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In questa cornice quasi presepiale riecheggiano note che si legano alla brezza che arriva dal mare. Avvicinandosi alla sede del Conservatorio i suoni si fanno più distinti e si riconoscono le note di una celebre sonata per pianoforte di Beethoven.

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Una volta entrati però, si viene sommersi da altro genere musicale e la potenza degli amplificatori copre le melodie del nostro caro Ludovico van.

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E si resta affascinati. In occasione del ciclo “Le Jam Session” International Jazz Day promosso da Catanzaro Jazz Fest, Cooperativa Atlantide e il Conservatorio Tchaikovsky, si esibiscono due giovanissimi fratelli Francesco e Giacomo Cerullo, rispettivamente 17 e 13 anni (sic!) al pianoforte e al contrabbasso e basso elettrico, e Guido Rovere alla batteria.

La discrezione e la semplice eleganza di questi giovani musicisti si fonde nel proporre alcune pagine jazz, con gusto e raffinatezza. Si viene proiettati quasi in quel mondo della tv in bianco e nero che proponeva la musica, quella vera, fatta di cultura e tecnica. Non si riesce a credere che dei ragazzi, del tempo d’oggi, così giovani riescano a suonare così bene!

Si unisce a loro poi la voce: Diletta Carrozzino. Pulita, chiara, potente quando necessario, e mai eccessiva. Fa quel che sa fare molto bene.

Poi la vera e propria jam session inizia. Si aggiungono a questi giovani interpreti, due veri professionisti: Francesco Scaramuzzino al pianoforte e Alessandro Guido alla chitarra elettrica. E lì l’esplosione. Nasce un’intesa fatta di sorrisi, di sguardi e di gioco. Nella lingua francese la parola “suonare” è “jouer” che significa anche giocare. Il gioco è fatto dunque: l’intreccio contrappuntistico si compie con maestria, e la cosa più bella è vedere il tredicenne Giacomo che non sta più nella pelle dalla felicità, regalando sorrisi a tutti. Il pubblico ne resta affascinato. Si aggiunge dopo il violino di Gian Francesco Federico e si continua nell’improvvisazione, delicata, curata e attenta.

Al termine, l’ormai noto Francesco Panaro direttore artistico di Catanzaro Jazz Fest, Roberta Giuditta presidente della Cooperativa Atlantide e il maestro Roberto Rossi responsabile del progetto Jam, rinnovano l’invito al prossimo appuntamento del 3 giugno.

Sarà pure scontato dirlo, ma giovani perle di questo calibro, meritano molto.

Il nostro più sincero augurio è quello di non abbandonare mai, per quanto difficile in questa nostra terra e in questa nostra Italia, il mestiere della musica; la Musica che coi suoi “dolci accenti” sa “far tranquillo ogni turbato core, et hor di nobil ira, et hor d'Amor e” può “infiammar le più gelate menti”.

Continuate ragazzi, con la gioia che avete dimostrato, a diffondere il bello e la musica!

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