La battaglia solitaria del bar Marron's Glacé di Catanzaro contro il Green Pass: porte aperte a tutti

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images La battaglia solitaria del bar Marron's Glacé di Catanzaro contro il Green Pass: porte aperte a tutti
Gisella Trapasso

La titolare dell'attività commerciale, Gisella Trapasso: "Stop alle discriminazioni, i miei clienti sono tutte anime belle"

  07 febbraio 2022 14:23

di CARMEN MIRARCHI

Un post sulla pagina Facebook di un noto bar della zona marinara del capoluogo di regione annuncia che nel locale nessuna certificazione verde sarà richiesta per consumazione di qualsiasi tipologia. Una presa di posizione non contro i vaccini ma contro quella che la titolare indica come un'azione di controllo affidata ai gestori di alcune attività e della quale si è stufata. Nessun sostegno da parte dei colleghi delle altre attività, ma un'azione solitaria che non intimorisce Gisella Trapasso, titolare del bar Marron's Glacé di Catanzaro Lido. La signora Trapasso teme i controlli ma crede anche che certamente la legge tutela chi si oppone a qualcosa che lede la libertà e la privacy di tutti.

Banner

Banner

"È stata una decisione pensata e sofferta, un post che avrei voluto fare da tempo perché questa situazione, il controllo dei Greenpass dei clienti  non è un motivo di garanzia della sicurezza dei cittadini.  Ho deciso di non chiedere il certificato verde ai clienti perché ritengo che chi ha deciso di non sottoporsi al vaccino ha uguali diritti di chi ha deciso di farlo", chiarisce subito la titolare del noto locale Catanzarese.

Banner

"Si tratta di una libera scelta,  lo Stato non ha imposto l'obbligo ma poi ti crea difficoltà indicando di doverlo fare per forza. Mette noi commercianti in condizione di fare pressione psicologica sui clienti,  non dobbiamo discriminare. I miei clienti sono tutte anime belle. Se non c'è obbligo di vaccino lo devo imporre io, a che titolo? Quando chiedevo il Green pass ai clienti mi sentivo di violare la privacy, in particolare mi ha ferita molto un episodio di qualche giorno fa. C'erano delle bimbe con la mamma, hanno preso il gelato. La manna nella verifica del certificato verde non lo aveva e la mia titolare le ha detto che non poteva stare seduta con i bambini.  Una cosa contro l'umanità che può ledere la psicologia dei bambini. Perché devo fare una cosa che ritengo sia un'enorme crudeltà?", si domanda la signora Trapasso.

"Il motivo del mio pensare è legato alle conseguenze,  prima avevo messo la mia attività ed i miei 21 dipendenti assunti a tempo pieno ed indeterminato. Avevo messo al primo posto il loro lavoro ma davanti a questa esasperazione ho superato le paure, non mi presto. Avrò conseguenze e verbali ma mi sento pronta a dimostrare che queste regole che hanno messo scaricando le responsabilità su di noi sono ingiuste. Ci saranno appigli legali a cui appellarsi", sottolinea la titolare del bar, che ci ha informato di aver avvisato gli altri esercenti della zona che non la sostengono e che l'hanno invitata ad aver pazienza, certi che a breve tutto cambierà.

"Non riesco a far finta di niente. Io non so cosa tutela il Green pass se nei centri commerciali i controlli sono a campione cosi come in altre attività.  Perché qui dobbiamo controllare tutti. Perché il Covid si prende in bar e ristoranti? È tutta una montatura il certificato verde e noi siamo l'arma per punire chi non si è vaccinato", conclude Gisella Trapasso.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner