La Calabria che vorrebbe aprire e la politica che resta chiusa...

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Franco Cimino
  18 aprile 2020 11:35

di FRANCO CIMINO

L’ultima ordinanza della Presidente della Regione, on Santelli, contiene una duplice valenza e una contraddizione, induce all’ottimismo e alla fiducia, si muove dentro la logica, sempre praticata, di seguire pedissequamente quello che fanno le regioni del Nord, guidate dagli stessi partiti che costituiscono la maggioranza politica che la sostiene. Si avverte la necessità di riaprire in qualche modo quelle regioni, Veneto e Lombardia in particolare, anche per la pressione che, comprensibilmente, sui governi nazionale e regionali, fanno i settori trainanti di quelle economie già forti, l’industria pesante e quella manifatturiera e della moda. In Calabria, territorio continuamente impoverito, la maggiore produzione arriva dall’agricoltura e dal turismo, specialmente quello balneare.

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Da noi, la pressione più che dagli operatori del settore, politicamente deboli per la forza che il potere politico ha sempre esercitato sulla loro autonomia “ sindacale”, diciamo, è arrivata dai due assessori forti della Giunta, Gianluca Gallo, all’agricoltura, e Fausto Orsomarso, alle attività produttive, comprendenti il turismo. Loro due, persone e personalità, sono forti sia perché rappresentano due partiti molto robusti in Calabria, sia perché hanno entrambi una gran quantità di voti personali. Gallo li ha contati si di sé, divenendo il più votato in assoluto alle recenti elezioni, Orsomarso, li ha fatti pesare sull’intero scacchiere elettorale e, dicono, su un candidato prescelto sul quale li ha fatti confluire, facendolo eleggere. Non è, questo, un dato di poco conto, perché fa chiaramente intendere, particolarmente a chi non avesse compreso le dinamiche politiche su queste latitudini, su quali assi si muoverà il potere “ estetico” in Calabria e su quali equilibri dovrà orientarsi il Presidente, non potendo sempre contare sulla fortuna e sulle rendite di posizione acquisite. L’opposizione, così com’è venuta formandosi dalle rovine del centrosinistra e dalla pesante crisi del PD, non sembra capace di incidere né sulle dinamiche di potere, né sulle vecchie logiche, interne o esterne a quelle politiche, che condizioneranno i livelli decisori. Ma questa è materia strettamente politica, di cui avremo modo di parlare ampiamente più avanti, quando sarà il tempo della normalità, anche se quella che verrà sarà lungamente alterata dall’emergenza che sotterranea si muoverà dappertutto. La fase due, e poi quella tre e così via, ci diranno anche del reale spessore politico del presidente, ché governare una regione è assai diverso che fare per vent’anni il parlamentare. Ci diranno, in particolare, della qualità che oggi appare più utile alla politica, affinché si rinnovi e si ricostituisca quale risorsa della democrazia. Questa qualità indispensabile si chiama autonomia e indipendenza.

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Per un presidente comunque eletto dai cittadini, sia pure indirettamente e con una legge elettorale confusionaria e pasticciata, è importante possedere quelle qualità. Se non ce le avesse di suo ovvero nel portafoglio del suo cammino politico, sarebbe bene che se le costruisse in fretta o se le facesse prestare dalla Costituzione. Siamo ancora nella fase uno, quella emergenziale, nella quale direttamente dalle urne è arrivata l’onorevole Iole Santelli, la prima donna, va ricordato, che ricopre la carica di presidente nella storia della Calabria. Aspettiamo. E con fiducia anche gli effetti di quest’ultima ordinanza, in qualche modo originale solo nella seconda parte, perché l’autorizzazione agli operatori del settore agricolo, allevamenti compresi, di recarsi nelle campagne, e a quei ritmi e regole stabiliti, c’era già da molto tempo per decreto del presidente del Consiglio. Tuttavia, senza un immediato piano di programmazione e di intervento sugli spazi dell’organizzazione delle attività balneari, questa inattesa, almeno temporale, ordinanza rischia di scatenare due effetti pericolosi.

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Il primo, quello che, giustamente, gli operatori del settore si illudano di poter aprire subito e quasi alle condizioni precedenti; il secondo è che i calabresi residenti, e con loro quelli che non vedono l’ora, questa estate più che le altre, di tornare nella loro terra, ritengano che, anche in virtù della buona sorte rispetto alla diffusione del virus, sulle nostre spiagge e in tutte le strade che vi conducono, si possa fare l’estate che vogliamo. E buon per l’economia e ottimo per persone e famiglie, tutte finalmente liberate. Siccome così non sarà, anche per la prudenza che soprattutto la Calabria dovrà adottare per “ recintare” il perimetro di sicurezza che, per fortuna o abilità gestionale, è riuscita a costruire, sarebbe bene, oltre che rassicurante, dare una risposta chiara in merito.

Una risposta Politica, cioè nutrita di scienza e coscienza, sanità e lungimiranza. Intelligenza e responsabilità. Valutazione rigorosa del presente e visione del futuro. 

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