La Calabria maglia nera in Europa per povertà, Belmonte: "Sull'orlo di un tracollo sociale"
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I nuovi dati Eurostat certificano l’emergenza: la Calabria è terzultima nell’Unione Europea. Il Presidente Belmonte: «Grazie ai volontari, operatori della carità che suppliscono a tante mancanze e che sono la nostra coscienza critica. Ma ora serve un Patto Sociale: si ascolti il grido soffocato degli ultimi».
26 novembre 2025 12:25Non è più tempo di analisi, è tempo di agire. I nuovi dati Eurostat 2024 consegnano alla Calabria un primato drammatico: con il 37,2% della popolazione a rischio povertà, la regione non solo è la peggiore in Italia, ma scivola al terzultimo posto nell’intera Unione Europea, preceduta in negativo solo dalla Guyana francese e dall’enclave di Melilla.
Di fronte a questi numeri, che certificano una situazione ormai strutturale e deteriorata, l’Osservatorio Regionale sulle Povertà, presieduto da Antonio Belmonte, lancia un grido d’allarme che non ammette repliche: il rischio di un tracollo sociale irreversibile è ormai alle porte.
L’ANALISI: UNA POVERTÀ CHE CAMBIA VOLTO
«Il dato del 37,2% – dichiara il Presidente Belmonte – non è solo una statistica fredda. Dietro quella cifra ci sono 13 milioni di italiani, e in Calabria una vastissima fascia di popolazione che vive l’incubo quotidiano. Il rischio di povertà secondo Eurostat è una misura relativa che identifica le persone con un reddito disponibile inferiore al 60% del reddito mediano nazionale. Questo indicatore segnala un basso reddito rispetto agli altri residenti dello stesso Paese, indicando quindi la disuguaglianza in regioni come Calabria (la peggiore del Sud), Campania e Sicilia. Esempi virtuosi italiani rispetto al resto dell'Unione Europea sono, invece, Bolzano-Trento, l'Emilia-Romagna, Valle d'Aosta e le Marche. La povertà oggi non colpisce solo i disoccupati: sta inghiottendo i “working poor”, famiglie monoreddito, genitori separati, vedovi e anziani. La situazione è tangibile ovunque, dalla stazione ferroviaria di Vaglio Lise a Cosenza, dove i senzatetto sfidano il freddo, fino alle periferie urbane e ai borghi spopolati».
VOLONTARI: GRATITUDINE E COSCIENZA CRITICA
In questo scenario, Belmonte rivolge un pensiero colmo di gratitudine agli operatori della solidarietà e ai tanti volontari che si occupano di alleviare le condizioni dei più poveri. «A loro va il nostro grazie, ma anche un incoraggiamento: "siate sempre più coscienza critica nella società" come dice Papa Leone XIV. Non stancatevi di essere pungolo per le istituzioni e testimoni di una realtà che non può più essere ignorata».
LA SOLITUDINE: IL MALE OSCURO
L’Osservatorio, che collabora attivamente con diverse realtà come il Banco Alimentare e le Acli, sottolinea come la povertà economica si trasformi rapidamente in esclusione sociale. «Il dramma che attraversa trasversalmente tutte queste categorie è la solitudine», spiega Belmonte. «Dobbiamo guardare alla povertà in modo integrale. Non basta il pacco alimentare, serve rompere il muro dell'indifferenza. È necessario sviluppare una "cultura dell’attenzione" verso l'altro, in famiglia, al lavoro, ovunque. Ad esempio, è necessario garantire l'accesso equo alla Sanità e ai servizi Educativi di qualità, per spezzare il ciclo intergenerazionale della povertà (Fragilità Educativa e Sanitaria)».
L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI: UN PATTO SOCIALE
Facendo eco alle parole del Pontefice in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri – che ha esortato i governi ad "ascoltare il grido soffocato" degli ultimi – Belmonte chiede un cambio di passo radicale:
«Non sono più sufficienti interventi spot o bonus a pioggia. Serve un Patto Sociale per la Calabria e un Piano Straordinario contro la Povertà che coinvolga istituzioni, terzo settore e mondo imprenditoriale. Bisogna superare quel "muro di gomma" burocratico che spesso respinge gli appelli di chi opera sul campo. Se non si passa immediatamente dalle parole ai fatti, saremo complici del disastro».
L’Osservatorio, unito contro la povertà, continuerà la sua opera di monitoraggio e denuncia, facendosi interprete dei disagi di chi non ha voce, ma avverte: «Solo con l’aiuto di tutti e con una politica che rimetta la persona al centro, si può sperare di sanare le ferite più profonde della nostra società. La Calabria ne ha un urgente bisogno».
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