di SETIMIO PAONE
Il turismo in Calabria sta vivendo una stagione particolarmente positiva. Tra aprile e luglio 2025, la regione ha registrato oltre 464.000 pernottamenti, con un incremento del 10,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Anche gli arrivi hanno superato quota 224.000, con una crescita del 10,4%. Questi dati, forniti dalla Regione Calabria e da Unioncamere Calabria, pongono il territorio in netta controtendenza rispetto alla media nazionale, che nello stesso periodo ha visto un calo del 7,2% negli arrivi e del 3,2% nelle presenze (fonte: Assoturismo Confesercenti).
Uno degli aspetti più incoraggianti è la crescita del turismo internazionale: le presenze straniere sono aumentate del 50,1%, mentre gli arrivi dall’estero sono saliti del 45,8%. La permanenza media si attesta intorno ai tre giorni, con flussi provenienti soprattutto da Germania, Francia, Polonia e Svizzera. Ma oltre alle bellezze naturali e paesaggistiche – dalle coste ioniche e tirreniche fino ai parchi della Sila e del Pollino – ciò che oggi fa la differenza è l'efficienza dei servizi, migliorati sensibilmente rispetto al passato. Strutture più curate, accoglienza più professionale e infrastrutture turistiche più funzionali stanno contribuendo a cambiare l’immagine della Calabria, rendendola più competitiva nel panorama nazionale e internazionale.
Un forte elemento attrattivo resta la tradizione: la nostra cucina, autentica e identitaria, e i piccoli borghi che negli ultimi anni hanno saputo valorizzarsi. In molti casi si è riusciti a riscoprire e riportare alla luce antiche usanze, feste popolari e forme di artigianato locale. La tradizione calabrese è strettamente intrecciata con la dimensione religiosa: molte processioni, ad esempio, vengono ripetute da secoli sempre allo stesso modo, mantenendo un senso di sacralità e autenticità che affascina anche il visitatore. Questi momenti, densi di spiritualità e bellezza, diventano veri e propri eventi attrattivi, capaci di generare interesse turistico senza perdere il contatto con le radici.
Purtroppo, non tutte le tradizioni sono state salvate: alcune sono andate perdute, altre – peggio ancora – sono state snaturate o trasformate in eventi confusi, spesso frutto di imitazioni che poco hanno a che fare con l’identità autentica dei luoghi. È qui che si gioca una sfida culturale decisiva per il futuro: conservare l’anima della Calabria senza piegarla alle mode, ma aprendola al mondo con intelligenza e rispetto.
In conclusione, la Calabria sta finalmente mostrando il suo volto migliore: una regione che sa accogliere, sa raccontarsi, e soprattutto sa far vivere esperienze autentiche. Se il trend positivo proseguirà nei mesi successivi, il 2025 potrebbe segnare un punto di svolta definitivo per il turismo calabrese.
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