Tanti i calabresi entrati a far parte del direttivo e negli organismi tecnici e amministrativi nazionali della Sit
19 giugno 2020 11:24La necessità data dalla pandemia Covid ha riportato alla ribalta la telemedicina come non mai, in tutte le sue applicazioni, quale metodo e strumento per poter curare al meglio le persone affette da cronicità. In merito, moltissime sono state le esperienze, ma a macchia di leopardo, in tutta Italia con risultati incoraggianti e dopo il 2015, anno della pubblicazione delle linee di indirizzo nazionali, non seguite da leggi e decreti attuativi, si è giunti al 2020 per avere una visione organica di linee applicabili sia per l’era Covid che post Covid.
E’ in questo contesto che va considerata l’importanza della SIT, Società Italiana di Telemedicina e sanità digitale, che in questi giorni si è riunita in assemblea nazionale con l’elezione del nuovo direttivo e degli organismi tecnici amministrativi.
La elezione degli organismi della SIT, con la presidenza del prof. Antonio Gaddi, entra nello scenario con la caratteristica di contributo scientifico dei maggiori esperti del settore e di offerta di collaborazione a 360 gradi ad Enti e Istituzioni sia per gli approfondimenti che per la consulenza che la validazione di modelli e prototipi.
La compagine calabrese si è distinta per la qualità espressa dai suoi componenti e per il riconoscimento ai vertici del direttivo nazionale con la nomina del Legale rappresentante e segretario generale, dott. Maurizio Cipolla e del vice presidente dott. Francesco Borrello, del consigliere dott. Pietro Gareri.
Anche il Comitato tecnico di consulenza ha una rappresentanza calabrese intorno al 40% dei componenti.
Tutto ciò è frutto di un grande lavoro di squadra, della connotazione sul territorio con una sezione regionale e tre sezioni provinciali (Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria), con le qualificate partecipazioni dei dottori Claudio Carallo, Paolo Pensabene, Santo Ambrogio, Antonino Attinà e Giovanni Capocasale.
Grande la produzione scientifica dei soci che in questo periodo Covid hanno effettuato lavori su popolazioni di anziani cronici seguiti in telemedicina, con pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali (Congresso mondiale cronicità) e con la collaborazione con il Centro nazionale di telemedicina dell’Istituto Superiore di Sanità, con la pubblicazione, lo scorso 13 aprile, del rapporto su telemedicina e Covid.
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