La Camera di Commercio di Vibo verso l’accorpamento. Intervista al nuovo commissario, Sebastiano Caffo

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Sebastiano Caffo
  27 gennaio 2021 09:39

di FRANCESCO IULIANO

Nel giorno del suo insediamento come commissario straordinario della Camera di commercio di Vibo Valentia, Sebastiano Caffo fa il punto su quello che sarà il lavoro che lo attende da qui ai prossimi mesi.

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Un incarico che lo stesso Caffo ha definito di “traghettatore”, in vista della nascente Camera unica (Vibo Valentia – Catanzaro - Crotone) che, salvo ritardi, potrebbe vedere la luce nei mesi successivi alla prossima estate.

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«Il decreto dell’agosto scorso – ha spiegato Caffo - ha disposto l’accorpamento tra le camere di Commercio più piccole. Quelle cioè che contano un numero inferiore alle 70 mila imprese iscritte. Motivo per cui gli enti delle tre province, Catanzaro, Vibo e Crotone dovranno, nel più breve tempo, unirsi in una Camera unica. In questo periodo transitorio, il decreto del ministro ha disposto l’azzeramento degli organi ed il commissariamento delle Camere che erano in scadenza delle cariche. All’elenco mancherebbe solo Catanzaro che dovrebbe unirsi a breve».

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Quello della costituenda “Camera unica” è una questione che si trascina da troppo tempo, ormai. Oggetto della discussione, garantire la pari dignità di tutela ed il mantenimento della rappresentanza sul territorio.

«A differenza di quello che prevedeva il decreto in origine, dobbiamo dire che a questo proposito, a seguito dei confronti e dei ricorsi, il tiro è stato aggiustato nel senso che, nonostante l’accentramento su Catanzaro, le province di Vibo Valentia e Crotone, manterranno le loro sedi sul territorio. Non ci sarà, dunque, un calo delle offerte dei servizi a favore delle imprese.  L’unico cambiamento sarà nella figura del presidente che sarà unico ed avrà sede nella città capoluogo, come unico sarà il consiglio e la giunta. Le Camere di Commercio di Vibo e Crotone, esprimeranno sì il presidente ma potranno nominare un vicepresidente territoriale che rappresenterà l’Ente sul proprio territorio».

Lei è stato presidente prima, ed ora commissario della Camera di Commercio. Messa da parte la questione “accorpamento”, qual è la situazione delle aziende del suo territorio dopo quasi un anno di emergenza sanitaria ed economica?

«Come nel resto del Paese, anche la zona di Vibo Valentia sta soffrendo molto questo particolare momento di crisi economica e commerciale. Il commercio è in ginocchio e la ristorazione, come i bar, stanno risentendo molto i decreti di chiusura imposti dal governo centrale. Le aziende hanno potuto avere un po’ di respiro solo nei mesi estivi grazie soprattutto a quella che è la nostra vocazione principale: il turismo. Il 2020 è stato sicuramente un anno da dimenticare e quello appena iniziato non è iniziato bene. Quello che può fare la Camera di Commercio è sicuramente poco rispetto a quello che può fare il governo centrale con i ristori ed una maggiore attenzione verso tutto il mondo imprenditoriale. Sicuramente alla fine di questo periodo, ci saranno aziende che non apriranno più perché non hanno avuto la forza economica di reggere  la crisi ed altre che, nonostante rialzeranno le saracinesche, avranno comunque perso un anno di lavoro, aumentato i debiti e fatto i conti con i mancati incassi».

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