La cardiochirurgia universitaria di Catanzaro ai primissimi posti in Italia per il bypass aorto-coronarico

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  25 aprile 2021 19:02

Sono stati diffusi dal Ministero della Salute i dati del Programma Nazionale Esiti (PNE) edizione 2020, resi pubblici dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Age.Na.S.). I dati prendono in esame, nell’ambito della Cardiochirurgia, i volumi dei ricoveri e gli indici di mortalità per due procedure: il bypass aorto-coronarico isolato e il trattamento chirurgico delle valvulopatie isolate, cioè riparazione o sostituzione valvolare.

La Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, diretta dal professor Pasquale Mastroroberto, risulta ai primissimi posti in Italia per ciò che concerne gli esiti cioè i risultati in termini di mortalità a 30 giorni del bypass aorto-coronarico isolato ed in media nazionale per la chirurgia valvolare isolata.

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“Sono dati in continuità con l’Edizione PNE 2019 presentata lo scorso anno – afferma Mastroroberto – ma con un eccezionale miglioramento degli indici di mortalità relativi al bypass aorto-coronarico che è dello 0.3% rispetto alla media nazionale, pari all’1.87%. Inoltre, abbiamo incrementato il numero dei ricoveri sempre di pazienti che necessitano di trattamento chirurgico per malattia coronarica, mantenendo stabile quello relativo alle patologie valvolari isolate. E’ giusto precisare che tali risultati sono solo una parte dell’attività del Centro Cardiochirurgico Universitario, visto che sono esclusi sia gli interventi combinati (ad esempio bypass aorto coronarico + chirurgia valvolare), sia quelli per il trattamento delle patologie a carico dell’aorta (vedi aneurismi e dissecazioni) nonché procedure correlate all’assistenza meccanica al circolo o al trattamento chirurgico della fibrillazione atriale che pure rappresentano una parte del lavoro quotidiano”.

“Questa continuità di risultati è possibile – continua Mastroroberto – solo grazie ad un sistema organizzativo complesso avviato qualche anno fa e, soprattutto, ai sacrifici ed alle professionalità del gruppo cardiochirurgico composto da medici, tecnici della circolazione extracorporea, infermieri e o.s.s. di reparto e sala operatoria e dal team di anestesia e terapia intensiva. I dati del PNE sono migliorati costantemente e trovano riscontro anche a livello internazionale, come dimostrato dalle presenze di illustri cardiochirurghi al Congresso Internazionale biennale che si svolge all’Università “Magna Graecia” e che  anche quest’anno avrà contributi di notevole valore scientifico nell’edizione che si terrà in diretta streaming il prossimo 22 e 23 giugno”.

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