La Cassazione ribalta tutto. Dopo i due gradi di giudizio precedenti in cui era stata dichiarata l'ineleggibilità di Antonio Trifoli a sindaco di Riace, la Suprema Corte ha stabilito il contrario e così potrà rimane primo cittadino.
Trifoli si era candidato alla carica di sindaco ed era un lavoratore di Pubblica Utilità presso il Comune di Riace e, da dipendente, era stato giudicato ineleggibile alla carica di Sindaco dal Tribunale di Locri prima e della Corte di Appello di Reggio Calabria dopo. Per la Corte di Appello Trifoli non avrebbe potuto ottenere l’aspettativa per motivi elettorali poiché i dipendenti pubblici a tempo determinato non possono ottenere il beneficio, stando alla legge nazionale. In sostanza sarebbe stato violato il principio di non discriminazione sancito dalla Costituzione e dal diritto dell’Unione europea. Con la conseguenza che, contrariamente a quanto rilevato in primo e in secondo grado, Trifoli poteva ottenere l’aspettativa e, dunque, poteva candidarsi alla carica di Sindaco.
Grande soddisfazione per i legali di Trifoli, prof e avvocati Paolo Falzea e Andrea Lollo, i quali hanno così commentato la pronuncia della Corte.
“Si tratta di una decisione che rimuove una grave ingiustizia ancora presente nell’ordinamento nazionale: quella di vietare a soggetti deboli, come i lavoratori di pubblica utilità e, più in generale, i dipendenti a tempo determinato, di esercitare in pieno il proprio diritto all’elettorato passivo. Ci abbiamo creduto sin dall’inizio, nonostante l’orientamento avverso dei Tribunali locali. A questo punto ci auguriamo che il Sindaco Trifoli possa portare avanti il proprio mandato nell’interesse della comunità riacese senza ulteriori interferenze”.
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