La Catanzaro del dopo-covid. “La mia Calabria è bellissima” di Massimo Sirelli

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Massimo Sirelli
  11 settembre 2020 10:44

Artista italiano, con i suoi robot ha conquistato il mondo. Massimo Sirelli risponde all’appello lanciato dall’Assessore alla Cultura, Ivan Cardamone, per immaginare la Catanzaro del dopo Covid, attraverso il forum virtuale dedicato a progetti e idee per la città del futuro. 

Chi è Massimo Sirelli

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Massimo Sirelli è un artista italiano. Il suo primo approccio alle arti visive è influenzato in adolescenza dal mondo dei graffiti e della street art. Diplomato in Digital e Virtual Design presso l'Istituto Europeo di Design (IED) di Torino, opera per alcuni anni come freelance per prestigiose agenzie di comunicazione su progetti riguardanti noti marchi nazionali ed internazionali. Nel 2006 fonda Dimomedia, laboratorio creativo di ricerca e sperimentazione incentrato su grafica, comunicazione e multimedia design. Docente di "Tecniche di presentazione e Portfolio" presso lo IED di Torino, ha tenuto Master Class anche presso lo IED di Como e il Politecnico di Torino.

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Nel 2013 Sirelli lancia il progetto AdottaunRobot.com, la prima Casa Adozioni di Robot da compagnia al mondo. Robottini Orfani del progresso industriale e del consumismo sfrenato. Con i Robot di Sirelli sono stati premiati personalità di spicco come il regista Paolo Mitton, il regista bulgaro Dimitar Dimitrov e omaggiato il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

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Noti marchi della moda e del prodotto hanno dato vita a serie limitate di borse, profumi, t-shirt, accessori e perfino una famoso marchio di Biciclette ha voluto una fuoriserie con la firma di Sirelli. Anche il Tg2, in una rubrica di approfondimento, ha realizzato un servizio sulla ricerca creativa di Sirelli

“Siamo alla Magna Grecia e lo abbiamo dimenticato. siamo il centro del mediterraneo e lo abbiamo dimenticato, la mia Calabria è bellissima”

"Tempo fa ero a Dubai in aeroporto, e mentre camminavo veloce verso il mio gate, vedevo gente da ogni dove mischiarsi per usi e costumi. Cittadini del mondo si ritrovavano lì per motivi di commercio, di scambio e di conoscenza. Dentro me pensavo sono qui, in questo luogo così sperduto per lasciare le mie creazioni, ma come mai così lontano da casa? Mi sentivo nel centro del mondo eppure ero nel centro di un deserto a respirare aria calda, sabbia e futuro avveniristico. Come ci sono riusciti a creare tutto questo? Come sono riusciti a creare così tanta bellezza dalla polvere? Come sono riusciti ad essere così vicini a tutto pur essendo così distanti? Noi calabresi ci lamentiamo di essere gli ultimi, di non avere infrastrutture, di essere dimenticati? Ma dimenticati da chi? La verità è che ci siamo dimenticati di NOI! Siamo la Magna Grecia e lo abbiamo dimenticato. Siamo il centro del Mediterraneo e lo abbiamo dimenticato. Siamo nel centro del mondo antico: qui da ogni dove venivano per vendere e comprare, per conquistare una posizione strategica, per avere un avamposto di comando, un dominio sulle rotte marittime, un luogo dove vivere. Qui si faceva arte, cultura, sport. Si costruivano luoghi di culto, anfiteatri, palazzi, grandi opere e tutto nelle varie epoche era fatto alla ricerca della bellezza sublime in armonia con il contesto e la natura. 

Greci, Romani, Bizantini, Normanni e poi Arabi, Spagnoli e Francesi... tutti volevano essere qui. Si narrava di questa terra nei testi antichi e nelle leggende che si raccontavano al di là delle colonne d’ercole. E se oggi tornasse tutto questo? Perché non siamo in grado di attrarre più nessuno? Perché siamo fuori dalle rotte del turismo mondiale? Pensiamo che servano hotel e infrastrutture per attrarre turismo e commercio? Esistono luoghi sperduti del mondo, e penso ad alcune regioni del Vietnam, della Cambogia, del Myanmar che sono crocevia di turismo internazionale. Non hanno hotel di lusso, né strade, nè ristoranti stellati eppure tutti vanno alla scoperta di questi luoghi per ritrovare il vero e l’autenticità. 

Tutto questo non accade in Calabria perché noi calabresi pensiamo di non essere interessanti, pensiamo di non essere pronti e alla fine se tu non ci credi, nemmeno gli altri ci possono credere! Dobbiamo smettere di pensare che qualcuno ci debba aiutare a cambiare le cose, solo noi calabresi possiamo farlo. Dobbiamo diffondere bellezza. Educare i nostri figli al bello, al pulito e all’armonia estetica. Vivo lontano da “casa” ormai da tanti anni e per sentirmi meno lontano, metto sempre la mia terra in ogni opera che creo e ogni volta che viaggio per il mondo porto la Calabria è con me nel cuore. A tutti racconto di provenire da un paradiso terrestre e mentre lo dico con gli occhi orgogliosi dico “La mia Calabria è Bellissima!” Ora da calabrese dico: “Voglio, posso e devo fare qualcosa per Lei, e tu lo vorresti?”. Facciamolo insieme".

 

 

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