La Catanzaro del dopo-covid. Lo scrittore Banelli: "Mobilità urbana e valorizzazione del centro storico”

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Elia Banelli
  16 settembre 2020 12:00

Giornalista pubblicista, direttore editoriale e commerciale della casa editrice Augh. Elia Banelli risponde all’appello lanciato dall’Assessore alla Cultura, Ivan Cardamone, per immaginare la Catanzaro del dopo Covid, attraverso il forum virtuale dedicato a progetti e idee per la città del futuro.

Chi è Elia Banelli?

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Elia Banelli è nato a Catanzaro nel 1983. Giornalista pubblicista, dopo aver lavorato a Roma come project e community manager per The Blog Tv, una società di produzione televisiva e di contenuti multimediali, si trasferisce in Umbria, dove per dieci anni si occupa di consulenza finanziaria per primarie banche d'investimento. Nel 2018 esordisce nella narrativa italiana con "L'uomo dei tulipani" (Alter Ego Edizioni), un romanzo giallo che riscuote un lodevole successo di pubblico e di critica (Finalista alla I edizione del concorso letterario "Residenze Gregoriane"; Finalista al VI Premio letterario internazionale "Città di Sarzana"; Segnalazione di merito alla VI edizione del concorso letterario "Caterina Martinelli"; Diploma d'onore alla XI edizione del "Premio letterario internazionale Città di Cattolica, Pegasus Literary Awards").  Nel 2019 pubblica il racconto "Il battesimo", all'interno dell'antologia thriller "Delitti di Dio" (Alter Ego Edizioni). Nel 2020 diventa socio del gruppo editoriale indipendente Utterson S.r.l. (www.gruppoutterson.it) e assume l'incarico di direttore editoriale e commerciale della casa editrice Augh! Scrive recensioni letterarie per il blog "Giallo e Cucina" e cura la rubrica “Profondo Noir” per la rivista "Mediterraneo e Dintorni". Nel 2021 è prevista la pubblicazione del suo secondo romanzo.

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Mobilità urbana e valorizzazione del centro storico

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“Riprogrammare l’ordine urbanistico di un territorio che per decenni ha subito l’onta di una politica di sviluppo viziata dalla speculazione e dall’abusivismo edilizio (con la conseguenza di avere oggi uno scollamento tra centro e periferia e un insieme esteso di tanti quartieri disallineati) è un’impresa di non facile attuazione. Tuttavia, un modello di riferimento potrebbero essere città come Perugia e Matera, simili alla nostra per conformazione geografica. Catanzaro, unico capoluogo di provincia italiano a esserne privo, deve dotarsi di un’isola pedonale permanente sul corso principale. Per chiudere corso Mazzini alle macchine e restituirlo finalmente ai cittadini, è necessario al contempo sviluppare servizi di mobilità adeguati e un innovativo sistema di trasporto pubblico locale. Per esempio, minibus elettrici che quotidianamente trasportino i cittadini dalle aree di parcheggio limitrofe (il Musofalo, Bellavista) in diversi punti itineranti del centro, in prossimità dei principali monumenti (San Giovanni, Basilica dell’Immacolata, Piazza Roma). Un servizio efficiente che disincentivi l’abitudine atavica dei Catanzaresi di “parcheggiare la macchina davanti al negozio” e che stimoli la voglia di passeggiare, di vivere il centro, di respirare aria pulita e non essere invasi dal rumore assordante dei clacson e dagli ingorghi che deturpano il paesaggio e offuscano l’immagine dei palazzi storici. Da qui si potrebbe partire per immaginare un centro più attrattivo anche per turisti e visitatori occasionali e non solo per gli abitanti locali. Insieme all’isola pedonale è necessario un migliore collegamento tra le varie aree della città e quindi auspico l’inaugurazione della metropolitana di superficie per unire i tre colli al quartiere marinaro e soprattutto rendere efficiente Germaneto, trasformandola nella vera stazione ferroviaria di Catanzaro, strappandola così al triste destino di un’opera quasi abbandonata a sé stessa. Sempre ispirandosi al modello Perugia sarebbe ottimo realizzare un “mini metrò” che partendo dalla ex Calabro Lucana raggiunga piazza Matteotti, unendosi al quartiere Sala e completando il tracciato svolto dalla Funicolare. Rilancerei anche i progetti della scala mobile nella zona adiacente i Giardini di San Leonardo/Via Milano, i cui rendering giacciono tristemente appesi da anni sui muri dei corridoi di Palazzo De Nobili.

Per rivitalizzare il settore della cultura, proporrei di organizzare un festival del cinema al Parco della Biodiversità, sul modello del Magna Grecia Film Festival. Si potrebbe prendere in considerazione anche piazza Prefettura, ispirandosi alla rassegna “Cinema sotto le stelle” di Bologna. Sarebbe utile valorizzare gli spazi abbandonati di Galleria Mancuso per organizzare una Fiera nazionale del Libro, invitando editori ed espositori da tutta Italia ed organizzando gli stand lungo tutto il centro storico e il corso/isola pedonale. Le Fiere di settore rappresentano un ottimo contributo alla ripresa economica dell’indotto commerciale. Riproporrei la Notte Piccante, inspiegabilmente abbandonata nonostante l’eccellente riscontro di pubblico. Certo, tutto questo potrà avvenire solo dopo che saranno stabilite le regole post-Covid e antiassembramento. Infine, ma non per ultimo, Catanzaro in quanto Capoluogo non può trasformarsi in un dormitorio nei week end, soprattutto invernali. Bisogna incentivare la realizzazione di locali che offrano attività ludiche, intrattenimento musicale e concerti live, al di fuori della pur pregevole attività del Politeama e quelle sporadiche del San Giovanni. In questo senso sarebbe opportuno restituire ai cittadini le sale di Palazzo Fazzari e lo storico Teatro Masciari e recuperare la sua monumentale scalinata, oggi in stato di osceno degrado.

Un incentivo potrebbe essere l’esenzione totale dell’Imu per i primi cinque anni per chi intenda avviare un’attività imprenditoriale di questo tipo nell’area del centro storico. Le idee e le proposte sarebbero ancora tante (aumentare i marciapiedi, introdurre corsie preferenziali per i minibus) ma realizzare queste sarebbe già un buon punto di (ri)partenza”.

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