La Coldiretti Calabria denuncia: "A rischio l’avvio della stagione agrumicola: manca la manodopera"

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Il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto
  24 settembre 2020 15:43

La denuncia di Coldiretti Calabria:a rischio l’avvio della stagione agrumicola manca la manodopera

"La stagione agrumicola è ai nastri di partenza ma – denuncia la Coldiretti Calabria – l’incognita è la manodopera sia straniera che italiana che manca. Il presidente di Coldiretti Calabria Aceto aggiunge: “per gli agricoltori, al danno si aggiunge la beffa di essere costretti a lasciare i frutti nei campi per la mancanza di manodopera in una stagione agrumicola che peraltro si annuncia per qualità e quantità su buoni livelli tendenti all’ottimo. Vi è - prosegue -un calo delle posizioni lavorative in agricoltura che dipende dai vincoli causa Covid-19, posti alle frontiere ai braccianti dall’estero che ogni anno arrivano per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Nonostante il lockdown, -nelle campagne il lavoro non si è mai fermato ma – sottolinea– a pesare sui raccolti è appunto il mancato arrivo di braccianti che non è stato accompagnato da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. Anche il reddito di cittadinanza cosi come è congegnato non permette ai percettori di svolgere un lavoro, anzi, coloro che ne usufruiscono, preferiscono mantenere questa situazione".

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"Non possiamo permetterci di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia -  ribadisce Aceto - poiché, con la carenza di manodopera, il rischio è che ci possa essere sui “banchi dei mercati” una ridotta disponibilità dei nostri agrumi con una perdita di competitività e quote di mercato e un deciso aumento delle importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy. Occorre che su questi aspetti ci sia una attenzione della politica regionale e soprattutto dei parlamentari nazionali  - conclude - per mettere a punto provvedimenti e strumenti per il settore agili e flessibili, che taglino burocrazia e vincoli e, rispondano soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità al lavoro e dall’altra generino una preziosa opportunità di integrazione al reddito considerato il periodo di crisi".

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