La Commissione delle Pari Opportunità del Comune di Catanzaro celebra la Giornata internazionale delle Donne e delle Ragazze nella scienza

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Concetta Carrozza, Maria Rita Bulotta, Amalia Cecilia Bruni e Cristina Bertucci
  11 febbraio 2020 21:56

L’11 febbraio ricorre la Giornata internazionale delle Donne e delle Ragazze nella scienza, proclamata nel 2015 dalle Nazioni Unite per incoraggiare la partecipazione delle donne alla ricerca scientifica e favorire la parità di genere in un settore importante per la società come la ricerca scientifica.

Una data che la Commissione delle Pari Opportunità del Comune di Catanzaro ha voluto celebrare organizzando l’incontro dal titolo “La Scienza è Donna”, per ricordare quelle donne che hanno dedicato la loro vita a questo settore.

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Invitate dalla presidente della Commissione, Maria Rita Bulotta, hanno portato il loro contributo il direttore del Centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, Amalia Cecilia Bruni, la ricercatrice, laureata in scienze biomediche presso la Buckingham University di Londra, Cristina Bertucci e l’assessore comunale all’Istruzione, Concetta Carrozza.

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«Un incontro che, attraverso le testimonianze e l’esperienza di due eccellenze calabresi, ha avuto come obiettivo, quello di rimarcare l’importanza dell’aumento della partecipazione delle donne nella scienza e di garantire che, anche in quella che è la carriera scientifica, siano assicurate quelle pari opportunità e quell’uguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3 della nostra Costituzione».

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Lo ha detto in apertura dei lavori la presidente Maria Rita Bulotta, che, parlando di eccellenze calabresi, ha commentato la notizia di una possibile chiusura, per mancanza di fondi, del Centro di Neurogenetica di Lamezia Terme.

«Una preoccupazione – ha aggiunto la presidente della Commissione – che il neo governatore della Regione, Jole Santelli, ha commentato come “ politicamente criminale”, pensare di distruggere una delle eccellenze calabresi in campo sanitario. Un centro diretto dalla dottoressa Amalia Bruni, scienziata a cui si deve la scoperta del gene dell’Alzaimer».

Per la dottoressa Amalia Cecilia Bruni «mai come oggi puntualizzare e rimarcare la capacità che hanno le donne e le ragazze di misurarsi in quelle facoltà, che sono di natura scientifica, e verso le quali le donne sono particolarmente portate. Quella di oggi è una società declinata al maschile in quelle che sono le carriere apicali e verticistiche, nonostante le facoltà di medicina siano frequentate da studenti in maggioranza donne. Un’anomalia di cui ci accorgeremo tra qualche anno quando mancheranno specialisti in chirurgia, cardiochirurgia,  ortopedici, neurochirurghi. Le facoltà sono piene di ragazze che, però, per motivi legati ad una non organizzazione della società, tendono a non scegliere».

In ultimo, la giovane ricercatrice Cristina Bertucci, dopo aver parlato delle sue esperienze personali, ha fatto conoscere le avvenimenti di tre donne che si sono distinte nella ricerca scientifica.

 

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