La Corte d'Appello di Catanzaro "restituisce" il patrimonio alla famiglia Perri

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Il centro commerciale I due mari
  22 maggio 2024 17:29

La Corte d'appello di Catanzaro ha confermato il decreto di rigetto di confisca dei beni nei confronti del gruppo Perri, attivo nel settore della grande distribuzione e proprietario del centro commerciale “Due mari” tra i beni al centro della vicenda giudiziaria, con dissequestro di tutti i beni (dal valore complessivo di 800 milioni di euro) e restituzione (confermata) ai legittimi proprietari, adottato dal Tribunale di Catanzaro il 29 settembre del 2023, nei confronti di Francesco, Marcello e Pasqualino Perri  rigettando l’appello della Procura della Repubblica del capoluogo.

 La Corte d'appello si è espressa dopo la presentazione del ricorso da parte della procura di Catanzaro contro il decreto del Tribunale di Catanzaro con il quale è stata rigettata la richiesta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dei beni nella disponibilità dei fratelli Perri. Francesco Perri era difeso dall'avvocato Salvatore Staiano e Aldo Ferraro, Jessica Perri (tra terzi interessati) da Giuseppe Mussari, Antonella Perri da Aldo Ferraro, Franca Fazzari da Aldo Ferraro, Pasqualino Perri difeso da Francesco Gambardella e Marcello Perri da Michele Cerminara e, tutte le società da Ferraro.

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 “In mancanza del necessario presupposto dell’accertamento della pericolosità sociale del soggetto proposto – scrive la Corte d’appello (presidente Antonio Battaglia, consiglieri Abigail Mellace e Paola Ciriaco, relatore) superflua appare qualsiasi valutazione relativa all’asserita sproporzione reddituale. Infine, alcuna concreta doglianza viene svolta in riferimento alle posizioni dei fratelli Marcello e Pasqualino Ferri: sul punto, la Procura si limita ad affermare la loro presenza all’interno della compagine societaria già all’epoca in cui il padre Antonio era in vita – negli anni ’80 – con ciò trascurando la circostanza per cui in quegli anni essi erano poco più che bambini. Né sono stati dedotti ulteriori elementi da cui desumere l’inserimento degli stessi nell’ambito del contesto criminale di riferimento".

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