di GABRIELE RUBINO
"Non piena attendibilità delle previsioni di bilancio", "difficoltà nel riscuotere le entrate proprie" e qualche chiarimento da fare su alcuni debiti e sulle partecipate. Nessuno è immune. Il Comune di Catanzaro che, a differenza di molti altri municipi, non ha grossi problemi di bilancio, non è comunque esente da censure. La sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha infatti "bacchettato" Palazzo De Nobili analizzando i bilanci 2015, 2016 e 2017. Al Responsabile finanziario dell'Ente è stata richiesta una relazione dettagliata di risposta, che dovrà essere sottoscritta anche dal sindaco e dai revisori, su alcune "criticità" emerse.
LA BASSA CAPACITA' DI RISCUOTERE LE ENTRATE- Nel dettaglio della delibera numero 45, depositata il 3 marzo, una delle debolezze individuate dalla Corte dei Conti nei bilanci catanzaresi è la scarsa capacità di riscuotere le entrate. Di solito sotto osservazione sono i primi tre titoli. Titolo 1 in cui confluiscono tasse e tributi, titolo 2 i trasferimenti correnti e titolo 3 le entrate extratributarie, come i pagamenti dei cittadini per l'acqua. "I primi tre titoli delle entrate passano da una percentuale di realizzo media (accertato/incassato) del 52% ca nel 2015 al 64% nel 2017; tuttavia, i flussi di cassa - scrive la sezione regionale della Corte dei Conti- vanno nel complesso a peggiorare (gli incassi passano da ca 61 mln di euro nel 2015 a ca 50 mln di 2017). In particolare, colpisce che la percentuale di realizzo del titolo II – che dovrebbe includere poste pressoché certe, accertate sulla base di norma di legge o di atto amministrativo emanato dagli del settore pubblico - si concretizzi in termini di incassi rispettivamente per circa il 63% dell’accertato nel 2015, per il 60% circa nel 2016 e per il 50% nel 2017. Le entrate del titolo III risultano riscosse solo per il 22% circa nel 2015, 15% nel 2016 e 28% circa nel 2017. La bassa capacità di riscossione ha generato una copiosa mole di residui attivi, in grado di alterare le risultanze e l’attendibilità del bilancio degli esercizi esaminati (2015/2017)". Altro alert dei giudici contabili è sul recupero dell'evasione tributaria. Anche qui giudicata troppo bassa. Stesso discorso per le multe. Fatta eccezione per l'anno 2017 (in cui però c'era da incassare una base inferiore rispetto agli anni precedenti), la percentuale dei soldi effettivamente introitati dal Comune di Catanzaro è valutata troppo bassa, con la conseguenza di far lievitare lo stock di residui attivi non "adeguatamente" accantonati nel Fondo Crediti di dubbia esigibilità (FCDE), su cui la Corte ha chiesto approfondimenti.
UNA "PORZIONE" DI DEBITI NON RAPPRESENTATA NELLE SCRITTURE CONTABILI- Non poteva mancare poi la questione sui debiti pregressi. Ed ovviamente non si poteva che far riferimento ai debiti per le forniture dell'acqua (con Sorical ed ante-Sorical) e con la Regione per il trattamento dei rifiuti. Aspetti che il Comune aveva affrontato a suo tempo con la stipula di convezioni per la rateizzazione del dovuto e, nel caso dell'acqua, facendo ricorso all'anticipazione di liquidità. Questo non è contestato dai giudici contabili, piuttosto l'emersione di potenziali "porzioni" di passività non iscritte a bilancio. La Corte ha rilevato che a fronte di un debito per i rifiuti nei confronti della Regione di "€. 6.270.209,24, nelle scritture contabili al 31/12/2015 è presente un residuo passivo
denominato “rifiuti” pari a €. 5.586.269,63, insufficiente a coprire le obbligazioni effettivamente in capo all’Ente". Analogamente per quanto riguarda la fornitura di acqua 1981-2004 (con creditore la Regione), da un debito di 19.051.140,81 ha dichiarato che le somme impegnate nelle scritture contabili dell’Ente risultavano nel minore importo di €. 18.624.831,12, con un differenziale di €. 426.309,69". "Si evidenzia, inoltre, che - scrive ancora la sezione Controllo- le somme dovute alla Regione nell’annualità 2017 per il debito da fornitura idropotabile (€. 931.241,55) dovrebbero essere anch’esse riconosciute quale debito fuori bilancio da finanziare con avanzo di amministrazione: infatti, il Comune ha stralciato il debito dalle proprie scritture contabili".
LE PARTECIPATE ED IL PROBLEMA CATANZARO SERVIZI- C'è poi il capitolo spinoso delle partecipate. In quasi tutti gli ultimi bilanci comunali è venuta a galla la difficoltà di riconciliare la partita crediti-debiti fra il Comune e le sue due società in house Amc e Catanzaro Servizi. A preoccupare è soprattutto la situazione di quest'ultima, peraltro oggetto di una recente ispezione contabile da parte della Ragioneria Generale dello Stato.
IL RIACCERTAMENTO DEI RESIDUI DEL 2015 DA CHIARIRE- Altro aspetto affrontato dalla delibera dedicata al Comune di Catanzaro è quello legato ai residui. Si tratta di obbligazioni iscritte in esercizi precedenti rispetto a quello di riferimento. Se sono debiti sono passivi, se crediti attivi.come: "La Sezione osserva che l’operazione di riaccertamento straordinario dei residui del Comune di Catanzaro all’1.1.2015 sembrerebbe presentare elementi di irregolarità: infatti, risultano assenti accantonamenti per fondo rischi/passività potenziali, per il fondo rischi per perdite società partecipate e per il fondo indennità fine mandato del Sindaco. L’assenza di congrui accantonamenti - si legge ancora- può aver determinato la sottostima del c.d. maggior disavanzo. In aggiunta a ciò, come già evidenziato, le modalità di copertura dell’extradeficit non risultano in linea con la vigente normativa".
Altre "sottolineature" dei giudici contabili hanno riguardato la "consistenza" dei debiti fuori bilancio e il trattamento di fine mandato (2017) e sul TFR. Come detto il responsabile finanziario dovrà produrre entro 60 giorni una relazione, sottoscritta dal sindaco ed asseverata dal Collegio dei revisori, per convincere la Corte dei Conti che le criticità segnalate non esistono e sono state comunque superate.
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