di FRANCESCO IULIANO
Si sono dati appuntamento nel piazzale della sede regionale della Sorical a Germaneto. Lavoratori, sindacalisti ma anche rappresentanti della politica regionale e nazionale, hanno fatto sentire la loro presenza e la loro voce in difesa del posto di lavoro.
Una situazione, quella della Sorical, che si trascina ormai da tempo e per la quale non si intravedono, almeno per il momento, soluzioni possibili. Ad una oggettiva staticità di quella che è a volontà politica a voler riformare il servizio idrico calabrese , fa da contraltare una situazione creditoria in continua evoluzione. Quasi impossibile quantificare i debiti dei comuni calabresi: 10 milioni per Cosenza, 13 per Lametia Terme, 14 per Crotone.
Indefinito il debito a carico di Reggio Calabria nonostante una rateizzazione rispettata solo in parte.
«Lo stato attuale del Servizio idrico integrato calabrese – è riportato in una nota diffusa dalle due segreterie sindacali – oltre al fatto che non è mai partito seriamente, sconta una serie di criticità tutte annoverabili alla mancata volontà politica, a tutti i livelli, di affrontare seriamente il problema, pur avendo strumenti finanziari e normativi che se governati e programmati per tempo, avrebbero risollevato il settore, creando le condizioni per tutelare il bene “acqua” ed offrire un servizio di qualità ai cittadini».
Tra le criticità annoverate ci sono: un ciclo integrato troppo frammentato; perdite/dispersione della risorsa sulla rete pari a quasi il 50 per cento; mancati investimenti ordinari e straordinari per ammodernare l’intero sistema; schemi fognari e depurativi mal funzionanti, sottodimensionati, talvolta anche fermi (in Calabria sono circa 600); elevato tasso di abusivismo e morosità che sfiora anche il 50 per cento.
E ci sono le proposte del sindacato con, ad esempio, l’individuazione di una forma di gestione con un gestore unico a cui affidare l’intero sistema idrico; la normalizzazione di Sorical prevedendo l’avvio di una fase di integrazione del ciclo nel quale la Sorical e la nuova Newco dovrebbe fungere da architrave ed integrare le varie forme di gestione dei comuni iniziando da Congesi e Cosenza acque e via via tutto il resto; la messa a disposizione di ingenti risorse finanziarie iniziali oltre alla volontà delle istituzioni e della politica.
«Per far girare il sistema – chiude la nota del sindacato - c’è bisogno di guardare agli esempi ed ai modelli che funzionano bene e che offrono un servizio di qualità alle comunità».
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