La cultura che unisce e trasforma: i risultati del Progetto “La cultura rende liberi”

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  24 novembre 2025 11:14

Si è concluso in questi giorni presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro il ciclo dei sei incontri previsti dal progetto “La cultura rende liberi”, promosso dall’Associazione culturale “Ophelia’s Friends Cultural Projects” e curato da Stefania Romito. Un percorso che ha portato all’interno della realtà carceraria un’esperienza di dialogo, introspezione e rinascita personale. Il progetto, fin dal suo avvio, ha voluto offrire uno spazio in cui cultura e umanità potessero incontrarsi, generando ascolto reciproco e nuove consapevolezze. Ora, al termine di questo viaggio, i risultati raggiunti parlano da soli. Romito esprime una profonda soddisfazione: ciò che desiderava – partecipazione attiva, condivisione emotiva, dialogo empatico – si è pienamente realizzato. Gli incontri dedicati alla letteratura del Novecento italiano hanno suscitato nei detenuti partecipanti riflessioni sincere e profonde, toccando temi come solitudine, memoria, attesa, libertà interiore e desiderio di rinascita. Le conversazioni nate attorno ai testi di Pavese, Berto, Buzzati e Levi hanno dato vita a momenti intensi, in cui i partecipanti hanno portato alla luce profonde emozioni. Ogni incontro si è rivelato un laboratorio vivo di ascolto e autenticità.

A questo percorso si sono affiancati i laboratori di scrittura creativa, che hanno permesso ai partecipanti di sperimentare nuove forme espressive. Alcuni detenuti hanno iniziato a lavorare a racconti e perfino a romanzi, scoprendo nella scrittura un mezzo per trasformare il proprio vissuto in una narrazione consapevole e liberatoria. In segno di gratitudine, i detenuti hanno donato a Stefania Romito una splendida opera in ceramica da loro realizzata, gesto che testimonia il legame umano che si è creato durante gli incontri.  Fondamentale anche l’iniziativa “Voci dal carcere”, un lavoro di raccolta di interviste alle diverse figure che vivono il mondo penitenziario: Direttrice, educatori, agenti e detenuti. Queste testimonianze – insieme agli scritti introspettivi dei partecipanti e alle loro riflessioni sui temi letterari affrontati – saranno raccolte in due volumi, curati da Stefania Romito e facenti parte del progetto “La cultura rende liberi”. Inoltre, le interviste saranno pubblicate anche sul giornale mensile “La Voce dell’Alto Verbano”, offrendo così una finestra autentica e profondamente umana sulla realtà carceraria e sulle sue voci troppo spesso dimenticate. In questo bilancio finale, Stefania Romito desidera rivolgere ringraziamenti sinceri e sentiti.

Un grazie speciale va alla Direttrice Dott.ssa Patrizia Delfino, donna dalla straordinaria forza di carattere e dalla profonda umanità, la cui sensibilità e dedizione hanno reso possibile la realizzazione del progetto in un clima sereno e accogliente. Un sincero ringraziamento va alle educatrici e in particolare alla Dott.ssa Anna Misiti, alla Dott.ssa Gemma Delfino e alla Dott.ssa Alessia Battaglia, per la loro presenza costante, la loro professionalità e la loro preziosa vicinanza ai detenuti. Un grazie riconoscente va agli agenti di polizia penitenziaria, che con disponibilità e collaborazione hanno garantito il corretto svolgimento di ogni incontro. E un pensiero speciale va a Pino Cerullo, volontario da molti anni, che insegna ai detenuti l’arte della ceramica con passione, pazienza e generosità. Il suo contributo rappresenta un esempio concreto di come la bellezza possa nascere anche nei luoghi più difficili. Il ringraziamento più grande è rivolto ai detenuti, protagonisti veri di questo percorso. Con il loro impegno, la loro sincerità e la volontà di raccontarsi, hanno dimostrato che la cultura può diventare uno strumento di libertà interiore e di riscatto. Il progetto ha confermato che la parola può aprire varchi, restituire dignità al tempo e accendere nuove possibilità.

La speranza, ora, è quella di proseguire il cammino con un nuovo ciclo di incontri, continuando a condividere emozioni e riflessioni attraverso altri protagonisti della storia della letteratura: voci che ci hanno donato molto e che possono rappresentare una luce preziosa per coloro che vivono in un ambiente coercitivo. Perché la cultura – come ricorda Stefania Romito – «rende liberi non solo chi legge o scrive, ma anche chi ascolta, chi accompagna, chi crede nella rinascita possibile di ogni essere umano».


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