Prosegue con entusiasmo e profonda partecipazione il progetto culturale-educativo “La cultura rende liberi”, ideato e curato dalla giornalista e scrittrice Stefania Romito, presidente dell’Associazione culturale Ophelia’s Friends Cultural Projects. Dopo i primi tre appuntamenti, il percorso entra nel vivo con il quarto incontro, in programma giovedì 19 settembre presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro.
L’iniziativa, che ha già dimostrato la sua straordinaria valenza umana e formativa, si conferma come un’importante opportunità di crescita personale e culturale per i detenuti, offrendo strumenti di riflessione, consapevolezza e riscatto attraverso la letteratura e la scrittura.
Il prossimo incontro si articolerà in due momenti principali: Laboratorio di scrittura creativa – “L’importanza dei personaggi”; Una nuova lezione che guiderà i partecipanti a scoprire come la costruzione dei personaggi sia l’anima di ogni racconto. Attraverso esercizi pratici e riflessioni condivise, i detenuti potranno dare voce alle proprie emozioni e trasformare le esperienze in narrazioni autentiche e significative. Approfondimento letterario e cinematografico – Giuseppe Berto e “Anonimo Veneziano”; ba seconda parte dell’incontro sarà dedicata all’opera dello scrittore Giuseppe Berto, con un focus particolare su “Anonimo Veneziano”. Sarà un’occasione per esplorare i legami profondi tra letteratura e cinema, riflettendo sul valore universale di una storia capace di toccare corde intime come l’amore, la perdita e la memoria.
«La cultura rende liberi – sottolinea Stefania Romito – è un progetto nato dalla convinzione che la letteratura possa costituire una via privilegiata di rinascita interiore. Nei luoghi segnati dall’isolamento, i libri e la scrittura diventano strumenti potenti per ritrovare se stessi e riscoprirsi capaci di immaginare un futuro diverso».
Il progetto, avviato ufficialmente lo scorso maggio, prevede una serie di incontri mensili che si sviluppano in laboratori di scrittura creativa, approfondimenti letterari e testimonianze raccolte nel format “Voci dal carcere”. L’obiettivo è trasformare il carcere da luogo di esclusione a spazio di rigenerazione, dimostrando come la cultura possa realmente aprire spiragli di libertà anche nei contesti più difficili. "Un ringraziamento particolare va alla Direttrice della Casa Circondariale “Ugo Caridi”, dott.ssa Patrizia Delfino, per la sensibilità e il sostegno con cui accompagna questo percorso di crescita condivisa".
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