di ENNIO CURCIO*
Faremmo un errore se pensassimo che in politica non si debbano accettare compromessi. È la ragion stessa della democrazia a richiederli.
Certo, un conto è fare compromessi per conservare il potere, altro è farli per raggiungere obiettivi di crescita e sviluppo.
Non mi sento ancora di giudicare, seppur con alcune ombre già "visibili", questa nuova consiliatura comunale di Catanzaro che ha compiuto appena qualche mese. Sei mesi sono il tempo minimo per "capire" l'andazzo generale. Epperò una cosa dobbiamo dirla !
Il recente passato politico in città, ha avuto un vero grande limite. È mancato il dialogo ed il confronto tra le forze politiche e tra queste e la pubblica opinione. Il potere ha celebrato se stesso, e si è circondato solo di "tifosi" senza ascoltare anche gli "sportivi", tanto per usare una metafora calcistica che renda più comprensibile il concetto. Ricordo ancora qualcuno, che oggi riveste un ruolo primario, fermarsi a parlare con me, sul corso di Catanzaro, deluso ed affranto perché il suo ruolo di oppositore veniva mortificato e reso inutile dal sindaco pro-tempore, sordo ad ogni suo tentativo di elevare e migliorare le proposte in consiglio comunale.
Risuonano ancora, nelle mie orecchie, le Sue parole sconsolate :" con questa maggioranza non è possibile fare opposizione, non serve a nulla, fanno quello che vogliono".
Spero tanto, per lui in primis e per noi cittadini secondariamente, che non abbia dimenticato quel senso di inutilità e di frustrazione politica, quel vulnus alla democrazia. Ed aveva ragione, quel consigliere di opposizione, oggi dall'altro lato dell'aula consiliare, nell'essere affranto, perchè quella è stata la stagione dei "yes man", del "sissignore", dove o eri d'accordo oppure venivi emarginato. Speriamo quella "stagione" sia accantonata per sempre, ecco il motivo vero per cui mi riservo ogni giudizio. La politica fa crescere una comunità, e Catanzaro ha bisogno della sua "primavera", solo se è capace di ascoltare anche chi dissente, altrimenti finisce con il convincersi che " tutto va bene, madama la marchesa", quando invece non va affatto bene, com'è accaduto nel recente passato.
E la situazione in cui versa la nostra Catanzaro, per l'appunto, non può permettersi di replicare questo errore, sarebbe fatale in questa fase difficilissima della società.
Il primo vero cambiamento inizia, dunque, proprio con la capacità di ascolto, perché altrimenti si suddivide la città in amici e nemici e siamo punto e a capo, con buona pace di ogni cambiamento.
*Avvocato
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