“Il Codacons esprime la propria indignazione nei confronti della gestione della sanità regionale, un vero e proprio scandalo che si abbatte sui cittadini più vulnerabili. È inaccettabile che, nonostante la normativa nazionale preveda l’esenzione dal pagamento del ticket per chi accede al pronto soccorso e viene poi ricoverato, in Calabria si continui a richiedere il pagamento di tali oneri.
Questo è un attacco intollerabile alle fasce più deboli della popolazione, già costrette a sopportare un carico economico insostenibile in un momento di grande vulnerabilità.
In una regione in cui i potenti sfruttano le strutture pubbliche come se fossero alberghi privati - sostiene Francesco Di Lieto - è vergognoso imporre un balzello a chi già vive momenti di sofferenza e che deve essere considerato esente.
È scandaloso che la sanità pubblica, un diritto fondamentale di ogni cittadino, venga svenduta ai privati, trasformando il bisogno di cure in un affare per pochi. È umiliante che dopo la grande abbuffata si provi a far cassa sui cittadini esenti.
La Calabria non può tollerare un sistema sanitario che lucra sulla salute dei più deboli, umiliando chi si trova in difficoltà.
È giunto il momento che le istituzioni intervengano con urgenza per fermare questo scempio e garantire il rispetto delle normative vigenti, restituendo dignità e diritti a chi ha bisogno di cure. Il Codacons chiede la sospensione immediata di tutte le cartelle esattoriali che in questi giorni stanno colpendo coloro che “non hanno santi in paradiso” e che si proceda a una valutazione seria della situazione.
Non devono pagare coloro che accedono al pronto soccorso con un codice di priorità elevato (rosso o giallo); coloro che subiscono un infortunio sul lavoro; i minori di 14 anni e le donne in gravidanza; chi ha diritto all'esenzione per reddito, invalidità o patologie; soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni o emoderivati. Inoltre, non si deve richiedere il pagamento del ticket se l'accesso al pronto soccorso è dovuto a un trauma avvenuto nelle 24 ore precedenti o se porta a un ricovero o al decesso.
Tanto premesso, chiediamo al presidente Occhiuto di verificare se i cittadini siano stati adeguatamente informati, al momento delle dimissioni, sull’importo da pagare.
Vorremmo sapere, qualora queste informazioni non siano state fornite (come effettivamente non lo sono state), quando le Aziende - perché ora gli ospedali si chiamano “aziende” - abbiano inviato comunicazioni ai soggetti tenuti al pagamento.
E sé nessuna informazione è stato fornita e nessuna comunicazione è stata inviata …perché far lievitare i costi per chi sta male?
Il Codacons chiama in causa il presidente della Regione per cercare di far chiarezza su questa vicenda. È fondamentale che il presidente, già protagonista di una situazione che ha rivelato disparità inaccettabili nella sanità calabrese, si attivi per rendere noti i controlli e le verifiche effettuate prima di inviare i nominativi all’Agenzia delle Entrate Riscossione. È inaccettabile che, in assenza di informazioni, si sia deciso di iscrivere a ruolo, aumentando il danno per l'utenza.
Inoltre, il Codacons chiede di conoscere i costi che le Aziende, e quindi la collettività, dovranno sostenere per le attività di recupero coatto, specialmente se alcune delle richieste inviate sono destinate a soggetti totalmente esenti. In attesa di un incontro chiarificatore, il Codacons esige che il presidente Occhiuto intervenga per sospendere immediatamente l'invio delle richieste di pagamento.
La salute non è un affare, ma un diritto sacrosanto di tutti”.
Lo si legge in un comunicato del Codacons.
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