di ALESSIA BAUSONE
"Ho inviato un esposto al tesoriere del M5S, l’onorevole Claudio Cominardi e al collegio dei probiviri composto dal consigliere Jacopo Berti e dai ministri Fabiana Dadone e Riccardo Fraccaro per rappresentargli la “strana” anomalia che attornia i privilegi economici dei consiglieri regionali calabresi ai quali gli eletti pentastellati pare non vogliano rinunciare, esattamente al pari dei colleghi della partitocrazia tradizionale.
In un M5S fatto di valori che vengono cristallizzati in regole, però, la realtà dovrebbe essere ben diversa. E’ vigente, difatti, il regolamento relativo al trattamento economico degli eletti del M5S, deliberato dal Comitato di Garanzia lo scorso 11 aprile. Un testo che prevede per i consiglieri regionali di percepire una sola indennità massima di 3.250 euro mensili netti (somma già decisamente generosa) rinunciando preventivamente (e, quindi, non arrivando a percepire) ulteriori indennità e rimborsi.
Ecco, alla soglia della quarta tranche di compensi, essendo stati proclamati lo scorso 29 ottobre, i consiglieri regionali pentastellati Davide Tavernise e Francesco Afflitto non pare abbiano rinunciato preventivamente nè alla indennità di funzione di 1.500 euro lordi mensili legata al ruolo di capigruppo e presidente di commissione, nè alla indennità forfettaria ed esentasse chiamata “spese di esercizio del mandato” pari a 6.000 euro mensili, nè agli ulteriori rimborsi forfettari pari a 1.036,86 euro previsti dalla delibera dell’ufficio di presidenza 66 del 2013.
Insomma, sulla carta i due eletti avranno uno stipendio lordo pari a 163.642,32 euro annui, nonostante la forza politica di cui sono espressione proclami (e plastifichi nero su bianco negli atti regolamentari interni e nei codici etici) morigeratezza e spirito di servizio scevro da appetiti economici.
Invece, il piatto ricco dei privilegi dei politici calabresi è notoriamente ghiotto e i consiglieri Tavernise e Afflitto si sono accomodati nella tavola imbastita alle spalle di una Calabria che soffre, con il loro esercito di portaborse e clientele che nulla hanno a che fare con quella classe dirigente territoriale cui il Presidente Giuseppe Conte ha sempre fatto riferimento di voler creare e strutturare.
Confido, pertanto, che il M5S nazionale, attraverso gli organismi deputati, si occupi della questione riaccendendo le stelle oscurate dalle nuvole di spreco e poltronismo che, oltre ad essere un pessimo esempio, disaffezionano elettorato, simpatizzanti e attivisti".
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