La FSP Polizia di Stato denuncia: "Il Bilancio sociale della Questura di Catanzaro? Una gestione personalistica fino al parossismo"

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Un posto di blocco della Polizia
  01 febbraio 2020 12:25

Parla di una “gestione “personalistica  fino al parossimo”  la  Segreteria Provinciale FSP Polizia di Stato di Catanzaro subito dopo la presentazione del “Bilancio sociale della Questura di Catanzaro”.

“Ma ora basta  - scrivono -  Se la Questura deve essere paragonata ad un’azienda non resta che dichiarare FALLIMENTO e nominare un CURATORE.

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“Il questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, ha di recente reso pubblico tramite una conferenza stampa il “bilancio sociale” della Questura per le attività messe sul campo nel 2019.  Il declamato “bilancio sociale”, però a nostro modesto avviso, costituisce una vera e propria stortura, artatamente propagandata ma che contiene in se, essenzialmente, due errori (o, come si diceva a scuola, ORRORI!) madornali, uno nel metodo, l'altro nel merito”.

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“Nel metodo: la stesura di un documento contabile non si adatta affatto all'Istituzione della Polizia di Stato, che è un'Organizzazione complessa, Statale, non sovrapponibile ad alcuna attività privata o pubblica d'impresa o, ancora meglio, societaria. Come tale – spiegano -  non è sottoposta a regole o andamenti di mercato e non persegue l'obiettivo del profitto, ma si propone, attraverso le sue Articolazioni Centrali e periferiche, di promuovere e garantire la sicurezza partecipata dei cittadini, utilizzando strumenti , di prevenzione e repressione, di prossimità, per la difesa  dei valori fondamentali, costituzionalmente sanciti, dei singoli e della intera collettività”.

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Appare, quindi,  per la segretaria provinciale Fsp Polizia di Stato  di Catanzaro “risibile, riduttivo e fuorviante il paradossale tentativo di ridurre, rispetto alla sua autentica portata, il “brand Polizia di Stato” ad una creatura robotica, che produce, a piacimento, attività e passività (queste, invero, sono le componenti di un "bilancio sociale"), peraltro limitata ad un presunto contesto territoriale (che, sicuramente, si conosce poco e male!) ovvero, ancora, prendendo in considerazione, con presunzione e grettezza, il perimetro del proprio "orticello" (...Che vorrebbe geneticamente modificato a propria immagine e somiglianza...). La Polizia di Stato è una!  Non è fatta, grazie al Cielo, da “capitanesse” d'azienda, prive fra l'altro di qualsiasi leadership, ma è composta da Donne e Uomini che operano, a ciascun livello, nonostante innumerevoli difficoltà, come tanti altri lavoratori, nella convinzione che il loro agire sia di fondamentale valore e supporto alla collettività e, quindi, a loro stessi ed alle proprie famiglie, rendendo il proprio contributo al “servizio” della Nazione. D’altronde, la redazione di uno sterile documento contabile e la sua pubblica divulgazione, non trova fondamento in alcuna istruzione e/o direttiva ministeriale, né se ne rinviene nota in quelle fonti interne che regolamentano la comunicazione istituzionale”.

Passando poi nel merito “ Anche ammettendo, per assurdo, di poter traslare e mutuare le regole e le logiche di politica aziendale alla Questura di Catanzaro, ci accorgeremmo ancora una volta, ove ce ne fosse bisogno, di quanto siano inopinatamente falsi e fuorvianti i risultati veicolati agli Organi di Stampa, in occasione della presentazione annuale del “conto consuntivo”... Invero, se dovessimo declinare tutte le voci espressive del buon andamento della Struttura, balzerebbe in tutta la sua evidenza il profondo e irreversibile disagio in cui versa TUTTO il personale, continuamente delegittimato e mortificato, ormai desideroso solo di emanciparsi dalla perversa e feudale logica dell' asservimento, con immancabili ricadute sul piano della mortificazione professionale e della dignità individuale. Questo per quanto concerne il profilo interno. Per quel che attiene, poi, alla cura dei rapporti che il vertice attuale della Questura dovrebbe mantenere con le altre realtà sociali e istituzionali del territorio, la negatività emerge ancora più marcata. Ciò sicuramente per un atteggiamento affatto collaborativo e di necessaria apertura ma, più grossolanamente, espressivo di ostilità, supponenza e sentimento di sdegno verso “i calabresi”.  E, quando si afferma che, grazie alla meritoria attività della Polizia di Stato di Catanzaro, sono stati scardinati quei pericolosi e inquinanti legami tra politica, ‘ndrangheta e massoneria, si riporta, a tutto tondo, un portato qualunquista, autoreferenziale, ipocrita, in perfetto stile di captazio benevolentiae!

Le ultime operazioni della Polizia di Stato, nel Capoluogo di regione, che hanno evidenziato il malaffare imperante nell'ambito della Pubblica Amministrazione, coinvolgendo esponenti politici di rilievo, risalgono  a quelle denominate “Catanzaropoli” e “Multopoli”, portate a segno in epoca certamente precedente alla gestione attuale targata Amalia Di Ruocco!  Certo, la risalenza delle ricordate attività investigative non seguita dal ripetersi di approfondimenti operativi analoghi, non è dipesa dallo scarso acume o dalla zoppicante intraprendenza dei singoli Poliziotti ma, invece, c'è da chiedersi se questi ultimi siano stati messi effettivamente in condizioni di operare ovvero se siano stati, per mero capriccio, distolti con l'esasperante pretesa di servizi di "facciata". Ebbene , con queste premesse, si può senza dubbio ritenere e concludere che il “bilancio” sia tristemente e decisamente passivo, evidenziando una sorta di conclamata insolvenza ascrivibile al “Questore- Imprenditore”, che ha generato un enorme debito di dignità e rispetto in danno dei singoli e della Comunità tutta.  E, tenuto conto della sua volontaria, infedele e pretestuosa ricostruzione dell'andamento societario, (sempre effettuando quel fantasioso parallelismo Azienda-Questura) potrebbe forse delinearsi la sua responsabilità nella configurazione di una ipotesi di “bancarotta fraudolenta”!!! “

Poi, l’affondo “Comunque, rammentiamo che ad uno stato di grave insolvenza, non resta che dichiarare il FALLIMENTO dell'imprenditore, con la conseguente, auspicata nomina di un CURATORE, che si adopri urgentemente nell'amministrare e ricostruire le macerie, tutelando in primis, come previsto, i creditori privilegiati: i cittadini ed i poliziotti della provincia di Catanzaro.   Per tale motivo, si chiede alla Segreteria Nazionale di poter far propria l’analisi sopra esposta e riportarla  integralmente all’attenzione del vertice del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni per ulteriori opportune valutazioni in merito, i Poliziotti che operano sul territorio della provincia di Catanzaro sono decisamente stanchi di sopportare le angherie di questo “questore – imprenditore”.

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