"La Giornata della memoria " per gli studenti dell'Istituto De Nobili di Catanzaro: ricordare e vigilare

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Tullio Barni e Maura Ranieri
  29 gennaio 2020 08:20

 Gli alunni delle classi quarte e quinte dei tre indirizzi dell’I.I.S. “ De Nobili” di Catanzaro, rappresentato dalla dirigente Susanna Mustari, hanno partecipato lunedì mattina al seminario dal titolo “ Giornata della memoria, la memoria che abita il nostro presente” presso l’Aula Magna B del Campus dell’Umg, un’iniziativa coordinata dalla Dott.ssa Marianna Sia.

Già, fortemente voluta perchè l’Università, luogo di memoria per quotidianità e missione, ha celebrato il Giorno della memoria per scavare su quello che è stato l’orrore dello sterminio di un popolo innocente, indagare su quella che è stata la pagina più buia dell’umanità intera e lo ha fatto attraverso due docenti il Prof. Tullio Barni , docente di Anatomia presso il Campus catanzarese e la prof.ssa Maura Ranieri, docente di Diritto del lavoro presso lo stesso Ateneo .

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Non sempre è facile trovare le giuste parole per raccontare ai giovani la storia della Shoah e ancora più difficile è rispondere alle loro domande, ma i Proff. Barni e Ranieri hanno dialogato con i ragazzi tentando di ricostruire il concetto di memoria in una giornata interamente dedicata alla memoria di ciò che è stato. Bellissima  e intensa iniziativa per gli studenti dell’Istituto De Nobili, che hanno preso più volte la parola senza indugio né improvvisazione, ma partendo da una lettura critica  ed approfondita di libri dedicati allo sterminio degli ebrei per poi valutare l’importanza della memoria come mezzo unico ed insostituibile contro ogni forma di razzismo. Infatti, i ragazzi hanno tratto spunto dai testi di Primo Levi, come anche di Hannah Arendt, per interloquire in modo costruttivo con i due relatori. Il prof. Barni ha trattato l’argomento dal punto di vista  etico, morale, scientifico “ Chi Sono i Sommersi? Chi i Salvati?”- questo uno dei tanti spunti di riflessione fornito dal docente che ha stuzzicato, e non poco, l’uditorio che, nei giorni scorsi, coordinati dai docenti accompagnatori, avevano approfondito il testo Di Primo Levi. “ Quale valore vogliamo dare alla memoria?”, questo l’input lanciato dalla prof.ssa Ranieri, che ha avuto un approccio prettamente giuridico e che ha catturato l’attenzione (e perché no, anche le coscienze) attraverso il “giochetto” delle cinque parole chiave: processo, partecipazione, informazione, rapporto io-noi, memoria. Ricordare le vittime di quegli anni lontani può sembrare qualcosa che non tocca direttamente i giovani di oggi  (forse nemmeno i loro nonni ne sono stati testimoni), in realtà non è così.

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"La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà 75 anni fa. Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi ne siamo gli autori, senza rendercene conto".

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"La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo  in quella che gli storici chiamano la zona grigia. Si tratta di una zona della mente e del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l'innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l'indifferenza per chi viene isolato e non accettato". 

“Per evitare che una tragedia come quella dell'Olocausto si ripeta o cada nell’oblio – ha detto la Mustari- occorre ricordare e soprattutto capire e la scuola deve fornire ai suoi studenti gli strumenti necessari per farlo, tra cui dar loro l’opportunità di partecipare ad iniziative come quella voluta dal Campus universitario”.

 

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