È stata inserita all'ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale della Calabria, in programma lunedì 21 novembre, la proposta di legge presentata dalla maggioranza di centrodestra che introduce la figura del consigliere "supplente". Il testo, già ribattezzato negli ambienti politici calabresi "moltiplica poltrone", sta sollevando una furibonda polemica tra lo schieramento di governo della Regione e le opposizioni di centrosinistra, che contestano aspramente contenuti e finalità della Pdl.
La proposta di legge, depositata dai capigruppo Giacomo Crinò per Forza Azzurri, Giovanni Arruzzolo per Forza Italia, Francesco De Nisi per Coraggio Italia, Giuseppe Graziano per l'Udc e Giuseppe Neri per Fratelli d'Italia (all'appello manca la Lega) introduce l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di assessore regionale stabilendo le procedure per la sospensione dalla carica di consigliere dopo la designazione in Giunta e la relativa sostituzione temporanea con il cosiddetto consigliere "supplente": si stabilisce poi che quando il consigliere sostituito cessa dalla carica di assessore, il Consiglio regionale dispone la revoca della supplenza e il reintegro nella carica.
Il testo è motivato, si legge nella relazione allegata alla legge, "in un’ottica di separazione tra potere legislativo e potere esecutivo" e "in conformità a quanto disposto dall’articolo 3, coma 1, lett. c) della legge 164/2004 (Disposizioni di attuazione dell’articolo 122 della Costituzione)".
Molti osservatori politici hanno messo in relazione la presentazione di questa proposta di legge con le trattative in atto per la sostituzione nella Giunta regionale, presieduta dal governatore forzista Roberto Occhiuto, dei due assessori eletti al Parlamento, Tilde Minasi (Lega) e Fausto Orsomarso (Fratelli d'Italia). E in effetti su questo aspetto fanno leva le opposizioni di centrosinistra, secondo le quali in realtà con l'introduzione del consigliere "supplente" la maggioranza punta essenzialmente a far quadrare i conti interni alla coalizione e a ritrovare gli equilibri politici, in parte alterati dall'esito delle Politiche. In più, le minoranze parlano di "rigurgito di casta" da parte del centrodestra, di testo che aumenta a dismisura i costi degli organi politici delle Regione, quantificandone l'aumento in circa 400mila euro all'anno a causa della moltiplicazione delle indennità e delle strutture e, inoltre, di testo a forte rischio di impugnazione, alla luce anche di un precedente tentativo fatto nel 2014, quando la figura del consigliere "supplente" venne cassata dalla Corte costituzionale.
Tesi che la maggioranza respinge con forza: anzitutto - dicono gli esponenti del centrodestra - la proposta di legge è a costo zero, perché nel bilancio della Regione è già previsto il capitolo dei fondi riservato agli assessori esterni, al quale si potrebbe accedere nel caso di specie. Inoltre la maggioranza ricorda che nel 2015 fu l’allora centrosinistra guidato dal governatore Mario Oliverio ad aumentare il numero di poltrone alla Regione, mentre il rischio di impugnazione sarebbe scongiurato dalla formula di approvazione del testo (attraverso legge regionale ordinaria e non di modifica statutaria).
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