di VITTORIO PIO
Il consolidato sodalizio tra Fiorella Mannoia e Danilo Rea originatosi circa trent'anni fa per una sostituzione improvvisa poco prima dell'avvio di una tournée della cantante, ha fatto tappa ieri sera a Catanzaro, in un Politeama dal buon colpo d'occhio, che ha applaudito con calore e trasporto un concerto unico, perfetto nella sua essenzialità. Dopo quel primo incontro, le strade e i destini dei due musicisti si sono incrociate tante volte, sino alla decisione di effettuare adesso questo tour in duo alle prese con alcune delle schegge più nobili della canzone d'autore italiana. Solo la voce di Fiorella, beniamina di un pubblico trasversale e devoto, affiancata dal piano di Danilo, che dal prediletto jazz è l'unico in grado di spaziare su qualunque repertorio, grazie a un estro onnivoro e a una complice sensibilità musicale.
Insieme sul palco per affrontare con estrema libertà e divertimento le loro canzoni del cuore, quelle che grandi autori del nostro tempo hanno affidato espressamente alla voce di Fiorella (Vasco Rossi, Ivano Fossati), o che nel suo tramite hanno donato appunto nuova luce, come il titolo dello spettacolo allude, a quelle liriche così nobili e capaci di attraversare il tempo, nell'ispirazione senza pari di Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Paolo Conte e Riccardo Cocciante, solo per nominarne qualcuno. Il concerto si apre con un medley senza rete di Rea, per poi attraversare un vasto repertorio in cui le canzoni per cui la Mannoia ha avuto tanto successo costituiscono la parte minore, anche se è ovvio che “Come si cambia”, “Sally”, “Oh che sarà”, il pezzo di Chico Buarque magistralmente tradotto da Fossati, che costituì il primo tassello dell'intesa fra Mannoia e Rea, e “Quello che le donne non dicono” (con accorato appello a rispettarne le volontà ostative), non possono certo mancare.
Ma ci sono anche dei brani particolarmente impegnativi da affrontare come “C'è tempo”, ancora un capolavoro di Fossati, “Messico e Nuvole”, nato dal brillante sodalizio fra Jannacci e Conte, affrontato con estrema disinvoltura nel tempo, addirittura triplicato nel finale, o canzoni dai testi incredibilmente potenti come “Io vivrò”, uno dei picchi di Mogol al servizio di Battisti che con la successiva “Insieme”, un brano del 1970 sempre del paroliere più importante della storia della nostra canzone, che lui scrisse in contemporanea al testo di “Fiori rosa, fiori di pesco”. Il pezzo fu assegnato a lei in occasione del suo trentesimo compleanno, con il paradosso che l'unica e irraggiungibile Mina sulle prime non si sentì a suo agio su quelle parole così evocative, che invece consegnarono alla storia uno dei successi più importanti della sua inimitabile carriera, che ancora continua con un evento clamoroso di cui si vocifera per il prossimo anno, ma di cui ancora non è stato svelato alcun dettaglio.
Questo passaggio ha costituito probabilmente il vertice dell'esibizione catanzarese: la Mannoia è stata perfetta nell'interpretazione, cui ha conferito magnetica tensione e respiro, mentre Rea l'ha accompagnata con tratto intimo e confidenziale. Meritato il lungo applauso finale per il concerto a lume di candela, di cui è stato appena pubblicato un resoconto discografico dalla Sony e che oggi avrà una replica a Rende (Cine Teatro Garden) e poi il 13 ancora una tappa al Teatro Cilea di Reggio, sempre a cura della Ticket Service Calabria, che annuncia una stagione estiva di grande rilevanza che probabilmente diventerà addirittura tripla fra le location di Roccella Jonica, Diamante\Cirella e Corigliano\Rossano.
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