La maledizione del sub (commissario)

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  04 luglio 2019 08:54

di GABRIELE RUBINO

E' durata sei mesi la seconda avventura calabrese di Thomas Schael. Nominato e mandato via dal governatore di centrosinistra Agazio Loiero quando era a capo dell'allora Asl di Crotone, l'ingegnere di origine tedesche, nel frattempo riconvertito grillino, ha lasciato la poltrona di sub-commissario della sanità calabrese. Se dietro la schermata vidimata dal ministro Giulia Grillo dei "motivi personali" a giustificazione formale delle dimissioni di Schael si nasconde sicuramente ben altro, non si può certo dire che la seconda poltrona più importante della sanità sia comodissima. La dipartita di Schael è stata in parte indotta dal deteriorarsi del rapporto con il generale Saverio Cotticelli, i contrasti tra commissario e sub non sono roba nuovissima.

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IL PRECEDENTE DI URBANI CHE LASCIO' IN ROTTA CON SCURA- L'ultimo vice se ne andò sempre in polemica con il commissario. Andrea Urbani si dimise circa due anni fa quando a Palazzo Alemanni sedeva Massimo Scura. Lo scontro allora fu sul famigerato Dca 50, che prevedeva migliaia di assunzioni. Urbani si era allineato alle resistenze ministeriali mentre Scura spingeva per adottare il primo vero atto teso all'incremento di personale fra Asp e aziende ospedaliere dopo anni di sostanziale blocco. Finì che Urbani non appose la firma sul provvedimento, mentre la mise solo il commissario; tuttavia il decreto non vedette mai la luce perché il dipartimento di Tutela della Salute ne aveva accuratamente evitato la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale regionale. Urbani formalizzò l'uscita nell'agosto 2017, quando già da mesi non si faceva più vedere in Calabria perché nel frattempo aveva trovato un posto al sole nel dicastero guidato da Beatrice Lorenzin. Era stato nominato dg della programmazione: paradossalmente era diventato il controllore anche del servizio sanitario calabrese e superiore allo stesso Scura.   

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I PARALLELI CON SCHAEL- Attenzione a questa capacità di cadere in piedi. Non è infatti detto che Schael sia uscito del tutto di scena dal servizio sanitario nazionale. Prima e durante il suo breve mandato da sub-commissario ha tentato plurime candidature per diventare direttore generale di Asl e aziende ospedaliere sparse per tutta Italia. Non sarebbe sorprendente vederlo presto manager da qualche altra parte. Un fatto che in parte spiega la propensione dell'ingegnere tedesco a essere il primus inter pares, piuttosto che un vice nella realtà in cui si trova ad operare. Non potendolo fare in Calabria, prima o poi, il coperchio sarebbe saltato. Sebbene Cotticelli non sia stato nominato commissario per particolari competenze tecniche in ambito sanitario, ma piuttosto come figura di legalità nella regione dove le Asp sono ancora sciolte per infiltrazione mafiosa, da ex generale dei Carabinieri non è certo uno che non vuole mettere becco sulle decisioni. Dal tipo di dipendenti a cui dare priorità per le assunzioni (quelli in graduatoria o i precari) fino ai nominativi dei nuovi commissari straordinari delle aziende calabresi, sottratti alla potestà del governatore. 

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SOSTITUTO, SCELTA DA NON SBAGLIARE-  A conti fatti l'addio di soppiatto di Schael è un bel grattacapo per il governo e per i Cinque Stelle. Proprio nello stesso giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del Decreto Calabria, viene meno chi ha scritto il provvedimento. Proprio ora che dovrebbero arrivare i nuovi vertici di Asp e aziende ospedaliere non c'è più la figura tecnica della struttura commissariale. Proprio quando si dovrebbe chiudere il cerchio per la definizione del nuovo Programma Operativo (l'aggiornamento del Piano di Rientro), più volte richiesto dallo stesso Tavolo Adduce, l'ingegnere tedesco ha lasciato gli uffici della Cittadella. 

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