di FELICE FORESTA
Stefania Romito è una fata lombarda.
Queste le sue parole sulla Calabria.
Queste, invece, le mie.
Ho aperto la porta del mio mondo in Calabria.
Ho dormito sul Dolcedorme.
Ho risalito l’acqua dolcissima dell’Allaro.
Mi sono fatto inghiottire dalle gole del Raganello.
Ho fatto rafting sul Lao.
Il bagno nelle sue fiumare, e in tutti i suoi mari.
Sono stato su tutte le vette del Pollino.
Conosco discretamente bene la Sila, e sufficientemente bene l’Aspromonte. Ho fatto la transumanza dalla campagna assolata del crotonese sino ai seni dolci della montagna.
Ho visitato circa 300 dei suoi paesi.
Ho camminato nei suoi anfratti, nei suoi tratturi e lungo la sua costa. A piedi, in auto, a cavallo.
Mi sono fatto raccontare mille storie dai suoi vecchi. E dalle sue spose.
Il mio scrittore preferito è di San Luca. E anche il pane.
Le ho dedicato un libro, e l’ho portata anch’io al Salone di Torino.
Una poesia per lei è diventata una canzone.
Ci ho fatto nascere quattro figli.
Le sue Madonne hanno mille volti e un cuore solo.
La sua lingua è creola ma apre ogni casa.
Non ho mai pensato di lasciarla o abbandonarla.
Credo di non averla mai tradita.
Non ne nego i mali. Ma per mestiere difendo. E La difenderò sempre, anche contro l’evidenza.
Perché merita di più.
Perché la Calabria è la mia coscienza e la mia meta.
La mia storia e la mia preghiera.
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