di GABRIELE RUBINO
La Fase 2 del Consiglio comunale di Catanzaro comincia a delinearsi. Se da lunedì si muoveranno i primi passi di una lenta e controllata ripresa di alcune attività economiche e sociali, la politica catanzarese è pronta ad entrarci. In realtà aveva vissuto la “sua” Fase 1 ben prima dell’esplosione dell’epidemia. Gli effetti dell’inchiesta sulle commissioni consiliari avevano provocato prima (a dicembre) la patologia della inagibilità, poi (a gennaio) le dimissioni di cinque consiglieri di minoranza e la crisi di maggioranza, poi rientrata con giusto qualche “ritocco” nella giunta. Nel mezzo sono arrivate le elezioni regionali e infine è il Covid-19.
LA MINORANZA E IL MISTO DI CENTRODESTRA- Il quadro generale che si sta delineando per i prossimi mesi è di una maggioranza bulgara nei numeri. La minoranza è stata decimata. Quella più intransigente (o "isolata", come ha detto il sindaco Abramo nell'ultimo Consiglio) sarà guidata da Sergio Costanzo, capogruppo di #FareperCatanzaro, di cui fa parte anche Cristina Rotundo. Per Cambiavento c’è Nunzio Belcaro e dello stesso gruppo, ma con un atteggiamento più “dialogante” Vincenzo De Sarro. Per i Socialisti & Democratici, è pronto a ritagliarsi il suo spazio Maurizio Mottola di Amato. E poi c’è il grande enigma di Enzo Ciconte che è da poco rientrato in servizio nell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio. L’opposizione si ferma qui. Il gruppo misto è un bel calderone, anche se l’area di riferimento per tutti i suoi componenti è chiaramente il centrodestra. Antonio Triffiletti e Giovanni Merante arrivano da Forza Italia (dopo “i fatti” delle ultime Provinciali). Eugenio Riccio sarà sempre un battitore libero, mentre Giuliano Renda (fra i subentrati al posto di Fabio Celia di #FareperCatanzaro) si è subito riposizionato ed ha ottenuto anche la guida di una commissione permanente. Raffaella Sestito già il giorno della surroga ha dichiarato di essere d’area centrodestra, pur arrivando da una lista dell’ex candidato a sindaco Ciconte.
FORZA ITALIA E CATANZARO DA VIVERE- Ed arriviamo alla maggioranza. Ci sono sempre i tre famosi blocchi che fanno riferimento ai tre "capitani" del centrodestra: Abramo, Esposito (Catanzaro da Vivere) e Tallini (Fi). Forza Italia, oltre al gruppo "griffato" (Antonio Angotti, Roberta Gallo, Giulia Procopi e Rosario Lostumbo, con quest'ultimo che ha lasciato "Catanzaro in rete") può contare su quelli satellite: Obiettivo comune con Andrea Amendola e Manuela Costanzo e Officine del Sud di Claudio Parente con Francesco Gironda e Lorenzo Costa, l'ex capogruppo del Pd che ha cambiato idea sul restare all’opposizione di Abramo. Tommaso Brutto, salvato dall’Aula per le assenze non giustificate, rimane capogruppo dell’Udc. Il gruppo di Catanzaro da Vivere, perso Angotti, si è ristretto. Oltre a Marco Polimeni, ci sono Antonio Mirarchi, Antonio Ursino ed il capogruppo Ezio Praticò.
IL GRUPPO DEL SINDACO- Da qualche giorno il gruppo che fa riferimento al sindaco Abramo si è allargato. A Filippo e Rosario Mancuso, Demetrio Battaglia, Enrico Consolante e Fabio Talarico si sono aggregati Giuseppe Pisano, Carlotta Celi e Luigi Levato. Un'operazione formalizzata in differita rispetto a quando era stata concepita, cioè nel momento della crisi in cui si "doveva dimostrare" a Forza Italia che era possibile anche una maggioranza alternativa. Confezionata adesso e con Filippo Mancuso segretario-questore in Consiglio regionale in quota Lega potrebbe suggerire un altro sapore. In realtà, più che un gruppo targato Salvini sembra più la rivendicazione di essere "pesanti" nella città capoluogo di Regione proprio agli occhi leghisti che su scala regionale hanno puntato parecchie cartucce sul vicepresidente Nino Spirlì, che finora ha collezionato più gaffe che risultati. Ed attenzione ai numeri, perché non si sa mai scappi in autunno un rimpasto di Giunta ed essere in otto è meglio che essere in cinque.
IL DOPO-ABRAMO- Nei prossimi mesi ci sarà un costante filo conduttore Consiglio comunale- Consiglio regionale. Ogni blocco catanzarese ha i suoi riferimenti: Forza Italia ha la presidenza di Palazzo Campanella con Tallini, Catanzaro da Vivere ha Baldo Esposito ed il gruppo del sindaco Filippo Mancuso. E se nei tre anni dell'attuale consiliatura l'asse più saldo sembrava quello instaurato fra gli ultimi due schieramenti, attenzione alla recente evoluzione emersa con la legge sull'integrazione degli ospedali, in cui si è rivisto il tandem Tallini-Abramo, con Esposito assente. Il prossimo tagliando in calendario saranno le elezioni provinciali. E da lì comincerà la lunga volata al 2022. Mancuso lo ha posto come un problema del centrodestra: "Non ci sarà più Abramo". La successione sconvolgerà gli equilibri di oggi. Ed è assai probabile che l'attuale assetto della coalizione di maggioranza non sarà lo stesso alle prossime comunali. Tanto, dall'altra parte, per ora, non c'è niente.
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