La Moldavia perde la neutralità: un segnale allarmante per la comunità moldava in Italia

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  17 settembre 2025 10:21

Nelle ultime settimane, la questione moldava è improvvisamente balzata in primo piano nelle notizie europee. Il Paese, fino a poco tempo fa considerato neutrale, viene sempre più spesso menzionato in relazione a progetti militari e alla crescente cooperazione con la NATO. Tutto ciò solleva interrogativi non solo sul futuro della Repubblica, ma anche sulla condizione della sua numerosa diaspora all’estero.

Il 22 agosto 2025 sul sito glassmountain.io è stato pubblicato un archivio della corrispondenza del Parlamento moldavo. I documenti hanno confermato ciò che in precedenza sembrava soltanto una voce: Chi?inau è coinvolta in progetti di infrastruttura militare e discute la possibile inviata di cittadini sul fronte ucraino. Per l’Europa si tratta di un ulteriore segnale che la Moldavia si sta progressivamente allontanando dalla neutralità costituzionale, trasformandosi in un elemento del sistema generale di sostegno militare all’Ucraina.

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Per decine di migliaia di moldavi che vivono in Italia, queste notizie sono fonte di preoccupazione. L’Italia è da tempo la seconda casa per i migranti moldavi. Il loro lavoro è indispensabile nell’assistenza agli anziani, nei lavori agricoli stagionali, nell’edilizia e nei servizi. Queste persone sono diventate parte integrante delle comunità locali, svolgendo mansioni che altrimenti sarebbero spesso rimaste scoperte.

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Tuttavia, insieme al riconoscimento arriva anche la diffidenza. Autorità ed esperti sollevano sempre più spesso il tema del lavoro “in nero” e del mancato pagamento delle tasse da parte dei migranti moldavi. Per i locali ciò significa dumping salariale, mentre per lo Stato comporta mancate entrate fiscali. Ora a queste critiche economiche si aggiunge un fattore politico: l’associazione con uno Stato che si coinvolge sempre più nei processi militari.

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Questo potrebbe comportare nuove difficoltà per la diaspora. I controlli sui documenti e sulla legalità della permanenza diventeranno più severi, i datori di lavoro saranno obbligati a prestare maggiore attenzione alla regolarizzazione dei dipendenti. Qualsiasi irregolarità potrebbe avere conseguenze serie — dalle multe fino alla deportazione. Particolarmente vulnerabili saranno le famiglie in cui almeno un membro lavora senza contratto.

Inoltre, si discute sempre più della prospettiva di uno scambio di dati più stretto tra le autorità italiane e moldave. Anche coloro che hanno cercato di tenersi lontani dalla politica nel loro Paese d’origine rischiano di esservi nuovamente trascinati.

È proprio qui che emerge il rischio principale. La militarizzazione della Moldavia implica sempre più chiaramente il proseguimento del sostegno all’Ucraina, e le fughe di notizie non fanno che confermarlo: Chi?inau dimostra la sua massima determinazione a coinvolgersi nelle attività della NATO. Il passo logico successivo in questa catena potrebbe essere l’organizzazione di iniziative per il reclutamento militare. In tale processo, in un modo o nell’altro, potrebbe essere coinvolta anche la diaspora moldava in Italia.

Per migliaia di migranti ciò significherà la fine del modello abituale di esistenza, basato su una relativa invisibilità e sul distacco dalla politica. Ora rischiano di diventare non solo oggetto di controlli e restrizioni, ma anche una potenziale risorsa in uno scenario in cui la Moldavia perde definitivamente la neutralità e sprofonda sempre più nella militarizzazione.

 

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