di PAOLO CRISTOFARO
Rapporti tesi quelli tra gli avvocati e il Procuratore Nicola Gratteri, prossimo all'insediamento nella sede partenopea. All'indomani della partecipazione dello stesso Gratteri a un convegno sui rapporti tra avvocatura e magistratura, le sue parole non hanno attirato particolari simpatie nell'ambiente. Ne è scaturita una nota, circolata in questi giorni, che era sembrata provenire dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Catanzaro, ma recenti comunicazioni - dal vertice dello stesso Consiglio forense - ne hanno disconosciuto un'unanime condivisione. Nella nota si contestava al Procuratore di Catanzaro "una inaccettabile critica generalizzata verso l'avvocatura".
"In qualità di avvocati innanzitutto e di rappresentanti dell’avvocatura sentiamo il dovere di difendere fermamente una categoria che ha invece nel suo dna un valore altissimo che non va oscurato da nessuno mai. E’ vero che la credibilità di ognuno nasce dalla nostra storia , come altrettanto vero che l’Avvocatura Catanzarese ha una storia di prestigio, onore e decoro", riportava la nota, a firma Daniela Rodolà, Vincenza Matacera, Jole Le Pera, Valerio Murgano, Andrea Gareri e Luciano Giacobbe. "La categoria degli avvocati catanzaresi ha una storia che parla da sé’ e non può essere oscurata neppure da una mancata difesa, a cui ci pensano quotidianamente , e sul campo, gli avvocati che abbiamo l’onore di rappresentare e a cui abbiamo doverosamente sentito di dare una voce. Il ruolo di consiglieri, il modo in cui affrontiamo quotidianamente la professione di avvocati e il rispetto per i colleghi, ci impone di prendere posizione su un discorso che, neppure troppo velatamente, ha offeso la categoria e ci ha indirettamente esposti negativamente di fronte ai nostri iscritti ed a tutti gli avvocati che , a più riprese, si aspettano dagli organi rappresentativi una tutela che consenta al nostro ruolo di riappropriarci del rispetto dovuto, anche attraverso gli organi di informazione", concludeva la nota.
Il testo riportato, tuttavia, come abbiamo detto, non sembra aver ricevuto una condivisione unanime da parte del Consiglio catanzarese. Lo si apprende da alcune precisazioni fatte pervenire dal presidente dell'Ordine, l'avvocato Vincenzo Agosto, che ha segnalato come la missiva, diffusa anche alla stampa, non abbia ricevuto un'approvazione generale del Consiglio, ma sia piuttosto da ritenere un'iniziativa dei soli firmatari. "Gli esiti del convegno dedicato ai rapporti etici tra magistratura ed avvocatura, tenuto qualche giorno fa in Catanzaro, hanno lasciato reazioni e strascichi che hanno coinvolto l’Ordine da me presieduto, il Consiglio che rappresento e, per alcuni versi, anche gli altri Ordini calabresi che hanno preso parte all’evento", scrive Agosto. "Fonte della discussione è stata la relazione resa dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gratteri, successivamente amplificata dalla stampa locale in forma riassuntiva e in alcuni casi non proprio rispondente alle parole pronunciate dal magistrato ed assunta a base di una nota recante la firma di alcuni avvocati, espostisi nella loro veste di Consiglieri dell’Ordine", sottolinea.
"Devo precisare, in prima battuta, che il testo della nota sopra richiamata non è stato approvato dal Consiglio e non possa che ritenersi, quindi, personale opinione dei firmatari, non avallata quindi dal resto dei Consiglieri, a differenza delle precisazioni che seguono. Voglio quindi chiarire – ed il dato si evince dalla visione della ripresa filmata dei lavori – come le considerazioni critiche sul declino morale tipico dei nostri tempi manifestate dal dottor Gratteri, ancorché esposte in maniera “ruvida”, abbiano accomunato tanto l’avvocatura, quanto la magistratura", aggiunge Agosto. "Ad esse hanno fatto seguito mie personali ed immediate repliche, dichiaratamente finalizzate a ridimensionare la convinzione che sia solo l’avvocatura a porgere immediata solidarietà ad iscritti coinvolti in indagini penali, richiamando a sostegno eventi che hanno visto la rappresentanza della magistratura debordare nel tentativo di auto difesa corporativa. Non da meno sono stati gli interventi che sono seguiti da parte di tutti i Presidenti del Distretto o dai loro delegati, che hanno tenuto a rimarcare la necessità che la magistratura si faccia carico della responsabilità propria dell’esercizio della sua funzione, garantendo indipendenza ed imparzialità", rimarca. "Lo scambio di opinioni, in sostanza, si è risolto nell’auspicio che l’interlocuzione tra magistratura ed avvocatura continui a rimanere fattore imprescindibile dell’attività forense e della garanzia dell’esercizio della giustizia", conclude il presidente Vincenzo Agosto nella nota.
Un dibattito sempre vivo, insomma, tra avvocati e magistratura, specialmente quando di mezzo ci sono le posizioni di Nicola Gratteri. Alla luce delle due note provenienti dall'avvocatura catanzarese, ma con firme differenti in calce, si evincono sicuramente diversi modi di intendere il confronto e di interpretare le critiche, ma anche, probabilmente, l'esistenza di componenti eterogenee della compagine. C'è da dire, intanto, che Nicola Gratteri non sembra far discutere e accendere soltanto gli avvocati catanzaresi, con i quali ormai si confronta-scontra da alcuni anni (e viceversa), ma anche quelli partenopei. Un certo disappunto, difatti, sembra aleggiare nell'avvocatura napoletana, che probabilmente non ha accolto con magno giubilo la nomina del Procuratore calabrese a capo della sede campana, la più grande d'Italia. Una certa freddezza si è riscontrata già dal comunicato diffuso dagli stessi avvocati napoletani all'indomani dell'ufficializzazione della nomina. Gratteri lascia a Catanzaro un clima piuttosto caldo, ma anche a Napoli il filo da torcere potrebbe non mancare: bisogna solo capire chi lo offrirà a chi.
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