di CARLO MIGNOLLI
C’erano tutti, la mamma Elena, il papà Andrea, il fratellino Francesco, gli amici di sempre. Erano tutti lì per Beatrice, la ragazza ventiduenne tragicamente deceduta a marzo di quest’anno. Erano tutti lì, al Lido Paralìa di Montepaone, per trascorrere insieme il giorno dell’onomastico di Beatrice, da sempre un momento di gioia per tutti coloro che la circondavano.
"La notte delle Lanterne", questo il titolo dell’evento nato dal dolore e dall’amore della madre Elena, che ha voluto trasformare quella che sarebbe dovuta essere una giornata di pianto in un momento di gioia, nel ricordo della sua Beatrice.
Il cielo di Montepaone si è illuminato di decine di lanterne, ognuna delle quali rappresentava un pensiero, un ricordo, un frammento d’amore indirizzato a Beatrice. Amici, parenti, chiunque l’avesse conosciuta, ha avuto l’opportunità di scrivere un messaggio su quelle lanterne, e poi, insieme, lasciarle andare verso il cielo. Un gesto semplice, forte, commovente, carico di un simbolismo potente: vedere quelle luci risplendere nell’oscurità, salire lentamente verso l’alto, come a voler ricongiungere i cuori spezzati con l’anima di Beatrice, era un richiamo al legame eterno che unisce chi rimane a chi se ne è andato.
Con queste parole mamma Elena aveva voluto invitare, per chi ne avesse avuto voglia, a partecipare alla serata: “Molti mi hanno chiesto ‘questo 17 cosa fai?’. Dentro di me la risposta era: ‘rimango a casa a piangere’. Poi respiro, penso a te. Mi faccio forza anche se la forza non c'è”. È un grido di dolore, ma anche di speranza, un inno all’amore che non si spegne, anche quando la persona amata non è più fisicamente presente.
Elena ha voluto ricordare il legame speciale tra lei e sua figlia, un legame che si estendeva persino agli onomastici: quello di Beatrice, il 17 agosto, e il suo, il giorno successivo, il 18 agosto, come un abbraccio che continua anche oltre la vita. “Ti penso stella fra le stelle, luminosa e fiera... E lì ci saremo noi a ricordarti”, ha scritto Elena, esprimendo con parole semplici, ma profonde, il desiderio di mantenere vivo il ricordo della figlia in ogni gesto, in ogni respiro, in ogni luce che si alza verso il cielo.
"La notte delle Lanterne" è stata più di una commemorazione: è stata una celebrazione della vita di Beatrice, del suo sorriso, della sua gioia di vivere, delle sue passioni. È stata la dimostrazione che, anche nel dolore più grande, l’amore riesce a trovare la strada per manifestarsi, per rendere omaggio a chi non c’è più, ma che continuerà a vivere nei cuori di chi l’ha amata.
E così, quelle lanterne che si sono sollevate nel cielo buio per poi scomparire, sono state molto più di semplici luci nel cielo. sono state il simbolo di un legame indissolubile, di un amore che trascende il tempo e lo spazio, di una famiglia che, nonostante tutto, trova la forza di ricordare con un sorriso. Beatrice, con il suo spirito luminoso e la sua energia, ha continuato a brillare in quella notte, fra le stelle, ricordando a tutti che l’amore, quello vero, non muore mai.
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