La notte magica di Edoardo Bennato a Scolacium

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images La notte magica di Edoardo Bennato a Scolacium
(Foto di Massimiliano Natale)
  15 settembre 2025 18:49

di VITTORIO PIO 

Per iniziare, diciamo che forse non c'è un luogo più adatto del parco di Scolacium per salutare l'estate che ancora non ne vuole sapere di ridimensionarsi. Specie se la sua magnificenza viene ancora di più esaltata dalla presenza di uno dei principali alfieri della nostra canzone d'autore nel tramite di una carriera ultra-cinquantennale, che lo ha innalzato ad icona nazionale senza troppo clamore, esattamente come piace a lui, che è ancora oggi un acuto narratore di storie e sferzante critico sociale. E così Edoardo Bennato è stato protagonista dell'ennesima notte magica, andando a rispolverare alcune delle sue imprescindibili avventure canore con quella sua eterna aria sbarazzina e una verve che sembra ancora più forte del tempo trascorso da quando era la prima rockstar italiana a calcare i luminosi palcoscenici degli stadi, fino a questi giorni più tenebrosi. Ma il prodigioso 79enne (avete letto bene), miracolato dal rock and roll è stato anche il primo a fare uscire due dischi nello stesso anno (anno di grazia 1980 con i tra loro diversissimi “Uffà Uffà” e “Sono Solo canzonette”, passati entrambi alla storia), il primo a ibridare nell'austero mondo classico, con l'ausilio di un quartetto d'archi, presente in questa sua rara apparizione calabrese, restando un antesignano anche nel pruriginoso ambito dei concept-album.

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Oggi è ancora entusiasta di ciò che fa, e non fa niente se il mondo attorno a lui è cambiato completamente, ma le sue parole spesso graffianti e puntute, restano insuperabili per coerenza, attenzione alle tematiche sociali, impegno e militanza come faceva anche Fabrizio De Andrè, che Edoardo ricorda dal palco, confessando anche una fitta corrispondenza di confronto con il Maestro genovese, andando avanti e indietro in un repertorio che pochi possono vantare: il terzo pezzo è già “L'isola che non c'è”, la ballad che tutti avrebbero sognato di scrivere ma che solo lui ha portato a segno: “La musica per me-ha ribadito poi serafico in un backstage in cui ha ribadito un encomiabile disponibilità- rappresenta sempre la stessa cosa: uno scambio di emozioni tra chi fa musica e chi la ascolta. E di quello ho bisogno, quello mi piace, quello so fare, è l’unica cosa verso cui non ho dubbi, e anche questo l’ho già detto in musica. Per il resto, sono tempi cupi e kafkiani, l'intento era quello di divertire un pubblico cui sono molto affezionato, ci sono molte ragioni che mi legano a questo territorio”.

Poi c'è la verve ironica di “cantautore” l'attualità “A cosa serve la Guerra”, la suite dedicata ai personaggi collodiani (“La Fata”, “il Gatto e la Volpe”), che nel suo tramite merita un encomio solenne in mezzo alla massiva partecipazione del pubblico: “Ci pensate?– ribadisce Bennato tra una canzone e l’altra -Questo narratore già oltre un secolo fa, aveva già previsto e detto tutto. Quei personaggi abitano ancora le nostre cronache”.  Non c’è che dire, il nostro Edoardo ha ancora molta forza, il rock gli scorre nelle vene e la sua vena ironica non ha subito quasi alcuna incrinatura, la voce regge alla grande, specie se si considera la classe di appartenenza e nonostante tutto ciò che ha attraversato, lui è ancora li sul palco a raccontarsi alla sua maniera, facendolo più che egregiamente con l'ausilio di ottimi musicisti in cui è come sempre in particolare spolvero Giuseppe Scarpato, un chitarrista che in quanto a cultura e tecnica non teme nessun confronto, anche di alto livello. Trascorse abbondantemente le due ore, Bennato ritorna da solo sul palco assestando in solitario l'ennesimo, doppio KO emotivo, con “Venderò” e “Una settimana, un giorno”, schegge nobilissime della sua arte affrontate in solitario, alla vecchia maniera, con acume e quella capacità interpretativa che è appannaggio dei fuoriclasse. Serata memorabile e magnifica esibizione davanti a una platea entusiasta e consapevole.

Il concerto chiudeva la rassegna "Borgia Summer Vibes" organizzata e promossa dal Comune di Borgia, Assessorato alle Politiche Culturali.

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