di TERESA ALOI
Domenico ha 45 anni. E' minuto, ma in quel corpo snello c'è la forza di un leone. La malattia si presenta 5 anni fa. E' subdola: le gambe che tremano, la paura di non riuscire a muoverle. Un impaccio motorio. Un deficit.
Era a Torino, lontano da casa e mentre scendeva i gradini del treno capisce che qualcosa nel suo corpo non va. Le gambe non rispondono ai comandi. Non le sentiva più. E i piedi cominciano a strisciare. La diagnosi, dopo una serie di accertamenti clinici, è Sla, Sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Oggi Domenico è in cura con l'oncologo catanzarese Pasquale Montilla impegnato nella cura delle vittime dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e di altre sostanze tossiche e nocive, cui sono stati esposti, massivamente, i nostri militari impegnati nelle c.d. missioni di pace. E sta meglio. Muove le gambe e piano piano sta riprendendo in mano la sua vita.
La ricerca del resto sta facendo passi da gigante e quel legame tra un eccessivo rilascio di metalli da parte degli astrociti e la perdita di mielina nella sclerosi multipla ora è certificato da uno studio condotto dal San Raffaele di Milano e pubblicato a luglio sulla rivista PNAS.
Di fatto è stato identificato un nuovo processo patologico alla base della demielinizzazione a cui sono soggette le persone con sclerosi multipla: focalizzato il ruolo del recettore TrkB che risulta espresso in modo anomalo dagli astrociti presenti nelle aree cerebrali colpite dalla malattia.
"Tali risultati - spiega il dot. Montilla - gettano nuova luce sui meccanismi fisiopatologici alla base delle patologie neurodegenerative. Una presenza eccessiva di metalli tossici come il rame, il ferro e lo zinco determinano in sintesi una attivazione disfunzionale con attivazione dei processi di demielinizzazione nella sostanza bianca".
Consulente scientifico dell'ONA - Osservatorio nazionale amianto - Pasquale Montilla conferma, sulla base di risultati clinici ottenuti su pazienti militari italiani reduci ex-Bosnia e pazienti civili in cura per avvelenamento cronico da metalli tossici e affetti da malattia severa neurodegenerativa, che ci sia un ruolo determinante di xenobiotici tossici nello sviluppo di assonopatie e patologie neurodegenerative e pertanto andrebbe finalmente sviluppato, sulla base del nuovo lavoro scientifico del San Raffaele, un nuovo modello di ricerca scientifica orientata alla neurotossicologia clinica applicata .
"Bisogna realizzare una rapida mappatura dei biomarcatori neurotossici sulla specie umana in pazienti affetti da SLA, classificarli e procedere alla loro tempestiva rimozione con terapie di decomplessazione mirate. Sappiamo - spiega - che analiti tossici si legano entrando nel corpo secondo modelli biocinetici preferibilmente ai componenti intracellulari anionici determinando formazioni di addotti e ancoraggi fenotipici. Accumulandosi in zone nobili interagendo con metaboliti anionici sviluppano deragliamento dei sistemi biologici".
"Pazienti affetti da SLA e SM in attuale recupero attivo con terapie mirate, hanno sviluppato un immediato incredibile incremento della loro efficienza muscolare", spiega Montilla. Dunque, un recupero delle funzioni sensorie e soppressione del dolore neuropatico .
"E' verosimile, sulla base delle evidenze cliniche, che siamo riusciti a interrompere il blocco ossidativo acquisito da interferenti sui canali del calcio, sulle unità proteiche neuronali e sulle alterazioni dei sistemi colinergici/dopaminergici riattivando i segnali di trasmissione neuronali interrotti. Tali analisi tossici destrutturanti per l'organismo a causa del loro alto peso molecolare e riconosciuta configurazione elettronica lesiva una volta rimossi con terapia target hanno permesso la realizzazione di risultati clinici insperati e sorprendenti"
E allora "lo studio e l'approfondimento di morbilità di alcune malattie neurodegenerative deve approfondirsi anche mediante screening tossicologici su target genomico attese le vie metaboliche dei metalli tossici e l'eventuale loro segregazione intracorporee lesiva con la mutua interferenza del chimismo di ruolo nei sistemi molecolari neurobiologici della specie umana", ha concluso il dott. Montilla.
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