di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
Panchina che scotta quella lasciata vacante da Vivarini. Molti i nomi approdati sul tavolo della società che ora deve scegliere e farlo in tempi rapidi, rapidissimi per iniziare a mettere mano alla futura rosa del Catanzaro.
Il 2 luglio è già molto tardi per non aver ancora annunciato il nuovo allenatore, visto che i ritiri precampionato solitamente hanno inizio intorno al 10/15 luglio.
È pur vero che circostanze che tutti conosciamo hanno dilatato i tempi oltremodo ma il rischio di un pericoloso boomerang è alto soprattutto quest’anno che la Serie B è davvero molto competitiva.
Il ds Polito, già calato nel suo ruolo, è alla ricerca di un profilo che faccia al caso dei giallorossi, ma a quanto pare non è facile.
Gli allenatori contattati sanno bene che la panchina del Catanzaro scotta e si teme una sfida che può nascondere insidie molto rischiose.
Vale anche per chi viene da un esonero come Caserta o da una retrocessione come Zaffaroni.
I nomi che circolano nelle ultime ore sono quelli di Semplici (forse mai contattato) e Sottil ma parliamo di profili di massima Serie che viaggiano su ingaggi alti accompagnati da ampie garanzie e non sarà certo facile convincerli.
Se questo è vero, è altrettanto vero immaginare che tra gli allenatori e gli addetti ai lavori si chiedono perchè un Catanzaro reduce da una stagione a dir poco esaltante voglia cambiare progetto ripartendo da capo.
È qualcosa che sfugge all’immaginario collettivo e alla razionalità, a meno che non si voglia davvero mistificare la realtà. E tutto questo conta tanto in fase di ricostruzione.
Probabilmente sarebbe stato tutto molto più semplice ed efficace dare continuità ad un progetto tecnico vincente e assolutamente unico nel suo genere magari provando a usare la carta della mediazione quando era possibile farlo.
Il primo a chiederselo è probabilmente Alberto Aquilani, allenatore in cima alla lista realizzata dalla nuova dirigenza giallorossa condivisa dalla proprietà.
Profilo ideale per il Catanzaro quello dell’ex centrocampista della Roma che garantirebbe continuità di gioco e idee e sarebbe molto gradito alla piazza felice di poter riabbracciare un ammiratore di Vivarini.
Ma il tecnico romano fino ad ora ha declinato l’invito probabilmente perché non convito dalle mosse del sodalizio giallorosso.
E così stanno facendo tutti gli altri anche chi ha poco da condividere con il tecnico di Ari divenuto intanto allenatore del Frosinone.
Ma allora è lecito chiedersi: perché il tecnico Vivarini va via così, senza nessun ripensamento dopo tutto quello che ha fatto a Catanzaro e dopo giurato amore eterno alla tifoseria? Perché è un disonorato, un traditore o magari solo scorretto come tanti credono in città o perché è semplicemente ambizioso?
E perché la stessa cosa fa Magalini? Probabilmente non lo sapremo mai dalla bocca dei protagonisti o meglio lo abbiamo intuito dalle poche dichiarazioni saltate fuori “abusivamente” dal cilindro del tecnico gialloblu, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti.
Basta solo usare un po’ di cervello e arrivarci da soli. Ma non è solo questo.
Davvero possiamo credere che una proprietà forte come quella della famiglia Noto non avesse considerato un vero e proprio piano B e si sia fatta trovare così impreparata?
Se così fosse sarebbe molto grave e preoccupante, anche se nulla lasciava ipotizzare che certe pedine si sarebbero mosse dallo scacchiere giallorosso nel rispetto di quei famosi contratti che nel calcio valgono poco nulla.
Insomma, momento davvero molto delicato per il Catanzaro che prova a ricostruire ripartendo quasi da zero nell’intento di mettere su un organigramma e una squadra che possa raggiungere l’obiettivo salvezza.
Le prossime mosse saranno decisive per il futuro del Catanzaro mentre tutta la tifoseria attende con ansia il nome del nuovo allenatore.
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