di FRANCESCO IULIANO
Torna in libreria don Domenico Concolino, titolare della parrocchia di Santa Maria de Figulis (detta anche di Montecorvino), cappellano del Campus Universitario Magna Graecia di Catanzaro e membro della Consulta nazionale per l’Università Scuola e Educazione.
Lo fa con un libro dedicato alla parola di Dio dal titolo “La Parola affidata. Parlare di Dio in un mondo plurale”(Tau Editrice, 2020), con la prefazione del magnifico rettore dell’Università Magna Graecia, Giovanbattista De Sarro.
Come nasce questo suo ultimo lavoro.
«Questo è un libro con l’obiettivo di fare sintesi intorno al tema della 'Parola di Dio', al comunicare la fede, partendo dalle quotidiane obiezioni, suggestioni e domande e che via via mi sono state poste in questi ultimi anni tra i corridori e le aule dell'università Magna Graecia di Catanzaro. In alcuni casi sono stati anche i dialoghi informali con docenti, studenti, con credenti, non credenti o semplicemente 'distratti'.
Tale circostanza mi ha permesso di riprendere un'antica passione e riflessione interrotta anni fa, al termine della mia ricerca dottorale. Ricerca che verteva proprio sulla Teologia della Parola nel Concilio Vaticano II, alla quale avevo dedicato una serie di studi al concetto di 'Parola sinfonica' con le sue implicazioni nel mondo di oggi e, più in generale, sulla presenza di un pensiero cristiano in luoghi di frontiera. Mi interessava il linguaggio di fede, la semplicità e forza di un dire Dio senza compromessi».
Tra gli interrogativi che l’hanno stimolata a scrivere questo libro, anche quello di indicare il posto della Parola nella nostra relazione con Dio.
«In più di un’occasione mi sono chiesto quale apporto di senso la parola della fede offra nei più svariati contesti culturali. Una parola che sembrerebbe non trovare più cittadinanza nel cuore e nella mente d uomini e donne del nostro tempo. Anzi, proprio questa Parola, si trova spiazzata dall'enorme massa di altre parole apparentemente più accattivanti e potenti. La parola della scienza, della tecnica, dell'economia, della politica, della spiritualità vaga, e di molte altre forme di pensiero, chiedono ed ottengono dagli uomini molti più consensi rispetto alla povera parola di Dio».
Il libro, dopo un percorso di analisi della parola, si chiude con un capitolo dedicato al silenzio. Tra gli interrogativi anche quello di cosa resta del Verbo, della sua singolare presenza nel mondo e, in particolare, nel nostro linguaggio.
«Al termine di questo percorso, mi è sembrato opportuno porre questa domanda, fare un esame di coscienza ad alta voce. E’ per questo che ci chiediamo: cosa resta nell’autocoscienza dei membri della Chiesa, dell’interezza del perenne darsi sinfonico del Verbo di Dio?. In principio ci è parso necessario recuperare lo sguardo sull’intero cammino della Parola. Puntare lo sguardo sull’unità e l’unicità di quel lunghissimo cammino che la parola realizza lungo i secoli. Un cammino che va da Dio agli uomini in Gesù, la Parola Unta e da Lui per la Chiesa a tutte le creature, sino agli estremi confini della Terra».
A chi è rivolto questo suo volume?
«Il mio auspicio, come sempre, è che questa lettura possa aiutare molti a mettersi in cammino o riprendere il viaggio interrotto verso quel Dio che ha scelto di mostrarsi nel suo Verbo incarnato e non si è stancato mai di cercarci li dove ci si siamo rintanati. Un particolare ringraziamento, poi, lo voglio mandare al magnifico rettore dell'università Magna Graecia, Giovanbattista De sarro, che mi ha fatto dono della sua bella e sorprendente prefazione. Ringrazio anche la casa editrice Tau che ha deciso di pubblicare questa mia ultima fatica e che considero un buon modo di celebrare il mio anniversario di sacerdozio, ormai alle porte».
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