di GABRIELE RUBINO
Da qualche giorno è suonato un nuovo campanello dall'allarme negli uffici della Cittadella regionale. Fra i tanti problemi che attanagliano la sanità calabrese spunta anche quello della "protezione dei dati". Questione sottovalutata nelle pubbliche amministrazioni ma che in realtà meriterebbe maggiore attenzione. Sicuramente questo è l'avviso della responsabile Protezione Dati della Regione Calabria che, qualche giorno fa, ha scritto al presidente f.f. Nino Spirlì e al commissario ad acta Guido Longo (oltre che ai principali dirigenti della Cittadella) ammonendo: "Le sanzioni pecuniarie applicabili alle violazioni in materia di protezione dei dati personali hanno subito un notevole inasprimento e, in base alla natura della violazione, sono irrogabili fino a 10 o fino a 20 milioni di euro". E come se non bastasse, "alle sanzioni si aggiungono l'eventuale risarcimento del danno e la responsabilità penale. Il titolare del trattamento, in persona del legale rappresentante, deve mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di dimostrare, che il trattamento è effettuato in conformità al Regolamento europeo GDPR n. 2016/679".
E sarebbe proprio questo il punto, il trattamento dei dati nella sanità calabrese (inteso la parte regionale) potrebbe essere lacunosa da questo punto di vista. Nemmeno a dirlo la 'colpa' sarebbe della situazione dovuta al commissariamento governativo. Di prassi, la protezione dei dati in Regione Calabria spetta al presidente della Giunta pro tempore. Ma cosa accade quando, come nel caso della sanità, c'è un commissario governativo con specifici poteri? Non a caso si legge ancora nella nota che la "situazione calabrese" rappresenta un "unicum". In sostanza, il commissario dovrebbe essere responsabile della protezione di quei dati legati all'esercizio della funzioni affidategli dal governo. Proprio per questo la responsabile regionale propone al presidente Spirlì di "regolamentare il rapporto secondo una costruzione giuridica che tuteli tanto la Regione Calabria quanto il commissario ad acta". In pratica, "serve sottoscrivere, limitatamente ai trattamenti scaturenti dai compiti assegnati al Commissario, dalla deliberazione del Consiglio dei ministri del 27/11/2020 e condotti in collaborazione con il dipartimento Tutela della Salute, un accordo di contitolarità". Un atto di contitolarità che la responsabile spiega nel dettaglio anche organizzativo.
Ma a quanto pare, nonostante la missiva presentasse una ricostruzione così incombente e i tentativi di conciliazione di alcuni dirigenti regionale, il commissario Longo non sembra volerci sentire.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736