La poesia di Franco Brescia. "L’ancestrale, con le sue pieghe di tormento, riaccende il suo vero sull’umanità indivisibile"

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images La poesia di Franco Brescia. "L’ancestrale, con le sue pieghe di tormento, riaccende il suo vero sull’umanità indivisibile"
Franco Brescia
  04 giugno 2020 18:39

di FRANCO BRESCIA*

 
L’ancestrale, con le sue pieghe di tormento,

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 riaccende

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 il suo vero sull’umanità indivisibile.

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Canta il suo verso da una finestra lampeggiante e l’essenza

 s’effonde  

tra le radici dei giorni esplorati dagli umani.

Nell’universo soggiacente  

dilaga, infatti,  

il morbo che contamina, ch’effonde il terrore,  

propagante

 il diluvio dell’antica paura, che rotola nella baia dei tormenti.  

Si risvegliano  

gli assopiti sentimenti che pascevano nello spirito del trascorso

e  

le coscienze cedono al presagio  

nutrente

 l’angoscia che s’espande in turbamenti della mente.  

L’inconcepibile si discosta dall’essenza virtuale

dunque  

e infiamma l’orizzonte del futuro,  

di già cosparso,

da sgomento ansia timore preoccupazione panico inquietudine,  

annodati  

a violenza, terrorismo, terremoto, nuova povertà, male oscuro.  

Manca il concetto della sanazione e, perciò, il tutto s’irrora d’ignoto.  

Da qui, maggiore,

il fervere della paura che visiona l’avvenire.  

Da qui, quindi, fermamente,  

esplode  

il mondo degli impauriti  

pur se  alla ricerca di rifugi paralleli, anche oltre i confini del verosimile,

sostituenti

la percezione del sovrastante reale.

Cresce una società spaventata  

ma, che, infine, 

vuol nascondere la paura nelle stanze della speranza,

anche se, nel contempo,

scava nella mente per esplorare l’universale misura che,

almeno,

sbricioli il tempio del passato tornante, della paura tornante.  

Ma, non v’è misura.

La speranza gioca col suo limite.  


Nulla v’è contro l’ancestrale dai diversi volti

che

 veste il mondo di terrore.

E’ invincibile la paura che domina i popoli.  

Intanto,  prende forza la solitudine dell’uomo solo.   

*poeta

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