di VINCENZO SPEZIALI
È proprio vero quanto la vita è bella, non solo perché varia, ma anche in virtù di ciò che ti riserva in sorprese e anche per il fatto di come puoi assistere ai mutamenti degli uomini, della società e persino delle abitudini.
Per questo, Catanzaro -in chiave odierna- sta divenendo un laboratorio di prim'ordine, tanto da fare impallidire uno personaggio noto, che il passato -attraverso una leggenda- ci aveva fatto conoscere ed era allocato nella Regione non italiana della Calabria, bensì, attualmente, in quella romena - epperò un tempo ungherese- denominata Transilvania.
Il perché? Presto detto: colà operava, secondo la vulgata, un nobile con velleità da scienziato estremamente particolare -forse anche inquietante- aduso ad esperimenti clinico chirurgici, il quale si era messo in testa di dar vita ad un mostro e tutti lo conosciamo poiché trattasi del Barone Victor von Frankenstein.
Ora al di là della fisicità di qualcuno o di nessuno in particolare, oppure del fatto se la storia sia vera o meno, certamente la vicenda coeva -cioe` la fase prodromica il rinnovo dell'Amministrazione Comunale- ci induce a pensare come, tal volta, la realtà superi l'immaginazione.
Difatti, sembra quasi di percorrere una metaforica strada, dove le uscite non sono quelle che incontriamo sulla tangenziale dei tre colli, ad esempio Pontegrande, Ospedale o Centro, bensì insolenza, incredulità e assurdità.
Facciamo un po' di pratici esempi -così ci capiamo meglio- per magari ricondurre chi di dovere se non nel pianeta terra, almeno nell'alveo della dignità!
Ho avuto la fortuna di conoscere (e bene!) cinque Segretari Nazionali della Democrazia Cristiana -perciò pure caratterialmente- e gli ultimi due vedendoli, direttamente, all'opera, ovvero: Fanfani, Piccoli, De Mita, Forlani e Martinazzoli.
Ora, ve lo immaginereste voi uno di costoro prendere 'ordini' o farsi dettare la linea politica, per la Città Capoluogo di Regione -dico la Città Capoluogo di Regione, sia ben chiaro e non l'ultimo villaggio sperduto del continente europeo (dove non lo avrebbero financo in quel caso permesso!)- da alcuni 'pittoreschi ed improbabili' Consiglieri Comunali, oggigiorno autonominatosi civici?
Direbbe il grande Totò: "ma mi faccia il piacere!".
Io, potrei anche soggiungere che sarebbe una visione altrettanto 'credibile' come quella di vedere il mio amico Enrico Mentana cedere la conduzione delle sue maratone televisive ad Enzo Cosentino (non me ne vorrà, per l'ardito paragone, l'amabilissimo Direttore Responsabile di questa testata), oppure assistere ad una trasmissione di Porta a Porta con al posto di un altro caro amico, cioè Tommaso Labate de "Il Corriere della Sera", il suo "gemello" separato dalla nascita, ovvero Gabriele Rubino (impareggiabile punta di diamante de "La Nuova Calabria").
Tutto può accadere -e tal tripudi li auguro di cuore ai diretti interessati- ma nell'immediato futuro la vedo complicata...anche se le prospettive vi sono tutte!
Bando alle ciance e torniamo ai 'dominos civium' -attraverso le loro liste pronto uso- sempre in cima ai pensieri dei politici nazionali e delle figure istituzionali locali, che a loro volta stanno ben attenti a non irritare lorsignori, poiché -si sa- nei periodi travagliati come gli attuali, una siffatta visione di cultura (e di 'alti' propositi) quale molti dei civici hanno e possiedono, avrebbe potuto essere utilissima, essenziale, apprezzata quanto mai, da gente notoriamente limitata (sic!) del tipo di Sturzo, De Gasperi, Shumann, Monnet o Adenauer -i quali per azzardo saranno passati alla storia?- considerando il valore del forbito curriculum di cui si ritrovano forniti alcuni nostri autoctoni rappresentanti il consesso cittadino.
Mamma mia, roba da fare impallidire Savanorala -e il suo falò del 1497- allorquando bruciò financo i manoscritti.
A parte il fatto che costoro potrebbero persino essere identificati come una sorta di endemia (tranquilli, la traduzione sarebbe tipica malattia, presente in un circoscritto territorio), ma l'aspetto più degradante non è il gioco ma il giogo in cui tengono in scacco i Partiti (e con essi le sorti dei cittadini): insomma, è il come -sempre i Partiti- hanno ammainato sull'altare, apparentemente, postribolare degli autonominati civici, la bandiera del professionismo applicato alla politica, assieme alla dignità che è in capo ad essa.
La mia sarà una battaglia persa, una testimonianza a vuoto, però lo devo se non altro ad una costanza che si chiama militanza, formazione, decoro, impegno, credibilità e soprattutto buon senso.
Tutto quanto vuole essere una dichiarazione di amore -con implicita razionalità che in tal caso non rappresenta contraddizione- e al contempo un richiamo al rispetto delle regole, le quali, in politica, sono formule da applicare e quando non lo si fa, il risultato è riconducibile a quello delle "nozze coi fichi secchi'.
Ricordiamoci però, che dalle nozze nascono i bambini, ma alle volte le gravidanze possono generare anche gli aborti.
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