di TERESA SINOPOLI*
Vite dipanate tra le pieghe della storia, quella all'inizio del Novecento, tatuate dal fenomeno dell'immigrazione, un sentiero lastricato da sudore e sofferenza, battuto da chi il destino riserva una terra povera, poco generosa verso i suoi figli, ma prodiga per chi li reclama da terre lontane. Terre quest'ultime che, in seguito allo sviluppo industriale, tessevano il cambiamento di una società in evoluzione che mai più sarebbe ritornata quella di prima.
È questo lo scenario che i nostri emigranti, detti "popolo di mezzo", vivono nella lontana terra della speranza: l'America, sembiante al dio Giano bifronte, con il volto del male che si intreccia a quello del bene. Con il riso beffardo della morte che, arrivando puntuale come da terribile sortilegio, fa riserva di vite lacerate come quelle di Masi e Lucia, oggetto di linciaggio da parte di una folla accecata da sentimenti razzisti, e di molte altre vite ancora che il romanzo porta con sé; vite spezzate dall'odio, dalla miseria o dai fantasmi del passato che bussano continuamente alle porte dell'esistenza delle persone.
Nel romanzo grande significato riveste la musica jazz, per la funzione che assume in quegli anni, ossia: sprigionare, attraverso la mimica facciale, la sofferenza taciuta dalle parole, quasi a volerla dissolvere, con il suono della tromba, soffiando sui tormenti, i pensieri più nascosti di un popolo sottomesso, privato dalla libertà perché ingiustizia lo lega alle catene dell'esistenza.
Ma “Il popolo di mezzo” è anche il romanzo del riscatto sociale, della volontà di risalire la china e di srotolare tutte quelle speranze accartocciate che il destino a volte si diverte ad avvolgerle e lanciarle per essere inghiottite dall'oscurità di una notte senza tempo. Da qui l'insegnamento che nessun dolore o male ricevuto può essere cancellato con altro male, perché la strada vincente è solo e soltanto quella del perdono.
A fare da cornice al romanzo sono gli avvenimenti storici delle vicende politiche e ideologiche dell’anarchismo statunitense; il fenomeno della mano nera che praticava estorsioni all'interno delle comunità italo-americane all'inizio del secolo scorso e i conseguenti contrasti tra le famiglie per accaparrarsi il controllo del territorio, determinando lotte sanguinarie tra bande contrastanti; infine, lo scoppio della Prima guerra mondiale che vede coinvolta l'America prima come Nazione in aiuto ad alcuni Paesi europei e, successivamente, in conflitto contro la Germania, sino alla fine di questo sancito dal trattato di Versailles.
Tuttavia, quello che più colpisce dalla lettura di questo romanzo, in una società precaria e fragile per ragioni storiche e sociali, è l'attribuzione del valore sacro dato alla famiglia; fonte di valori e affetti indissolubili che vanno oltre la morte. Desta profonda commozione la descrizione dell'impiccagione di Masi e Lucia, marito e moglie, che vivono gli ultimi momenti drammatici accompagnati dalla tenerezza infinita di due cuori che si cercano e si abbracciano con gli occhi, quasi a voler imprimere ciascuno nella propria mente l'immagine dell'altro; come ultima appartenente alla vita terrena. E poi la mano di Tony che per amore copre gli occhi di suo fratello Luigi, più piccolo di una manciata di mesi, per preservarlo dall'orrendo spettacolo dei corpi penzolanti, accollando così, solo su di sé, la sofferenza di un linciaggio che lo cambierà per sempre.
Come cambiata sarà la vita anche della sorellina Rachela strappata, negli attimi violenti, alle braccia della madre, per essere portata lontano dalla sua famiglia per poi ad essa ricongiungersi dopo molti anni; non prima però di aver bevuto, anche lei, nel calice della sofferenza.
Gran bel romanzo questo di Mimmo Gangemi, una narrazione ricca di sentimenti dove accanto al male, alla cattiveria umana prendono posto la bontà, la nobiltà dell'animo votato all'amore, quello che salva, ma che a volte può farci smarrire la via del ritorno.Un romanzo, pertanto, che educa alle emozioni forti e, se pur lontani dalla nostra quotidianità, si rende necessario conoscere per preservare la nostra umanità.
*Docente di Lettere
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