di GIANPIERO TAVERNITI
Quando si avvicinano le festività natalizie, nelle nostre pasticcerie, sul tavolo degli italiani e dei calabresi, non può mancare il torrone alle mandorle ed in tantissimi si cominciano a procurare le mandorle migliori e il miele più naturale. Le sue origini sono lontane, fino dalla notte dei tempi, pare che gli arabi ne consumassero tantissimo, diffondendolo nel bacino del mediterraneo, fino ad arrivare a Cremona, porto importante di snodo di comunicazione fluviale del tempo. Origini antiche anche a Benevento, fin dal periodo dei sanniti, la sua diffusione ha toccato tantissime regioni italiane, tra cui la Calabria, sotto la forte influenza dei cugini di Sicilia. Anche se in Lombardia, precisamente a Cremona, sostengono che le origini provengano proprio da li, dove venne prodotto in un banchetto nuziale fra Bianca Maria Visconti e di Francesco Sforza, intorno al 1441. Analizzando l’etimologia del termine, abbiamo delle varianti tra il “turron”, derivante dallo spagnolo, con significato di abbrustolire, come allo stesso tempo nell’origine latina da “torrere, che significa tostare, cuore dell’operazione nella preparazione, la tostatura delle mandorle. Tante tesi, sulla sua origine, ma una solo certezza, la bontà del suo gusto. Nella ricetta della nonna di un tempo, le mandorle erano di produzione indigene, nelle campagne, esistevano tantissimi piante di mandorlo, che gli antichi apicoltori tra cui nonno, piantavano per favorire la ripresa delle attività apistiche visto che il fior di mandorlo inizia a fine gennaio quindi le famiglie delle api si rafforzano subito dopo l’inverno, oltre perché coloravano i territori con i loro bellissimi fiori di prima fioritura, che anticipando la primavera, nelle sue svariate tonalità floreali, dipingendo naturalmente le nostre campagne.
INGREDIENTI DEL TORRONE ALLE MANDORLE
1 Kg di mandorle 500 gr. di miele di arancio o millefiori
500 gr. di zucchero
una bustina di vaniglia
1 Kg di cioccolato fondente
una grattugiata di buccia d’arancia
Cominciamo a sbollire le mandorle per circa due /tre minuti, le sbucciamo, procedendo nel tagliarle a metà se di taglia media, altrimenti a tre se di taglia grande. Dopo averle tagliate, le sistemiamo in una teglia, tostandole a 180 C° per circa 10/ 12 minuti, controllandole nel vederle colorare d’oro. Nel frattempo, procediamo a mixare il miele e lo zucchero a fuoco lento, aggiungendo una bustina di cannella e una grattugiata di buccia d ‘arancia. Dopo averli portati a temperatura di ebollizione, a quel punto possiamo unire le mandorle tostate e mischiarle, amalgamandole bene, con il miele e lo zucchero. Dopo aver compattato il preparato, lo versiamo in uno stampo rettangolare di alluminio, posizionato su un marmo di granito, formando un torrone rettangolare. A questo punto, lo tagliamo a strisce rettangolari, per poi procedere a formare dalle stesse, tronchetti che saranno i nostri torroncini. Finita l’operazione, di taglio, procediamo a far sciogliere a bagnomaria, il nostro cioccolato fondente e a temperatura raggiunta, bagnamo i nostri torroncini, ricoprendoli uniformemente. Una ricetta semplice, un gusto forte, origini antiche, che hanno toccato anche la gente di Calabria, che vedendo la bontà delle proprie mandorle e miele, immancabilmente lo si produce da tantissimo tempo, per rispettare e tramandare usanze dei propri avi, visto che nel bacino mediterraneo, lo portarono gli arabi e avendo avuto influenti colonizzazioni, possiamo essere stati contagiati anche da queste squisitezze alimentari e culinarie. Non resta che ringraziare nonna Lucia, che ha tramandato ai propri figli, quello speciale torrone, che un tempo era composto da mandorle autoctone, oggi un pò meno visto che la produzione delle stesse è calata fortemente. Segue un video che rappresenta le fasi di produzione casalingo del torrone. Non ci resta che produrlo, aspettando il Santo Natale, rimembrando, pomeriggi invernali, davanti il forno a legna a sgusciare mandorle, in attesa dopo qualche ora di ricevere dalla nonna, il dolce speciale che nell’umile quotidianità di un tempo, era un qualche cosa di incredibilmente unico e pregiato.
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