La riflessione del PRC Calabria: "Il soccorso in mare è un dovere umanitario"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images La riflessione del PRC Calabria: "Il soccorso in mare è un dovere umanitario"
La bandiera del Prc
  26 febbraio 2024 14:05

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione del Partito della Rifondazione Comunista della Calabria.

"Il soccorso in mare è un dovere umanitario e obbligo legale sancito dal diritto internazionale.

Banner

Tuttavia, ci sono situazioni in cui i migranti non vengono soccorsi tempestivamente ed è proprio questo che è successo a Cutro. Lo ha detto più volte e a chiare lettere Orlando Amodeo, già medico della polizia di stato, ricordando i tanti salvataggi effettuati oltre il limite delle acque territoriali e con mare fino a forza 7.Parole ribadite duramente anche oggi all'interno del Museo Pitagora dove ha avuto luogo il dibattito a conclusione del corteo organizzato dalla Rete 26 febbraio che non si è lasciata abbattere dalla pioggia e dal vento e ancora una volta ha dato voce ai familiari delle vittime e ai superstiti che chiedono verità e giustizia.Anche l’ammiraglio Vittorio Alessandro ex portavoce della Guardia costiera ha affermato: “Noi dobbiamo [...] rivendicare il diritto di sapere quello che è successo perché non succeda ancora. Si vedeva che c’erano persone a bordo della barca e che le condizioni del mare sarebbero molto peggiorate.[...]. C’erano infatti tutte le condizioni affinché si intervenisse subito e adesso la magistratura deve dare delle risposte e spero che l'inchiesta non si fermi solo ai livelli più bassi”.La risposta ai flussi migratori non può e non deve essere il "decreto Cutro" che colpisce ulteriormente i migranti, i richiedenti asilo e i minori.Se prima vigevano le regole della legge Zampa del 2017, con il provvedimento n. 50/23 (decreto Cutro), i minori non accompagnati non possono più autocertificare la minore età, compito che spetta ora a una valutazione delle forze dell’ordine. Qualcuno ricorderà cosa affermò il ministro Piantedosi all'indomani della tragedia "l’unica cosa che va detta ed affermata è: non devono partire".Questo è quello che ha prodotto Giorgia Meloni quando venne a Cutro, senza neanche incontrare superstiti e familiari, cercando poi di mettere una toppa e invitandoli a Palazzo Chigi. La volontà di questo governo però appare chiara, la matrice fortemente autoritaria spinge verso soluzioni securitarie e non certamente umane: le richieste avanzate dai familiari delle vittime e dai superstiti non trovano risposta ad un anno dalla strage. L'umanità non trova spazio, rimane invischiata tra le prese in giro di un destino beffardo, guidato da chi decide che un bambino proveniente dal posto X possa continuare a vivere e chi invece proveniente dal posto Y debba perire con i suoi sogni in mare". 

Banner

Banner

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner