di MONSIGNOR VINCENZIO RIMEDIO*
Come? È possibile? Sì, è possibile.
Deve avere spazio un desiderio ardente di riforme, nello spirito “della Ecclesia semper reformanda”. È richiesta l'invocazione allo Spirito Santo, è richiesto il coinvolgimento dei componenti della Comunità ecclesiale.
A livello dei laici cristiani – che sono Chiesa – la riforma consiste nell'aiutarli pastoralmente a vivere la vocazione ad essere pietre vive, elementi attivi dell'edificio spirituale, che è la Chiesa. Sentirsi e operare da soggetti in comunione.
Nessuna inerzia, ma prontezza della propria risposta a tornare a vivere con la Chiesa e per la Chiesa, Madre e Maestra.
È importante rinnovare il dialogo di fede che deve intercorrere nelle Diocesi, nelle Parrocchie, con rinnovato ascolto, che è parte del cammino sinodale.
A livello di Clero, i Vescovi non mancano di esortare e di orientare verso una risposta sacerdotale sempre più generosa, sull'esempio del Buon Pastore, Gesù. Il Sacerdozio è dono.
È rilevante la presenza del Clero, che con il Vescovo è guida della Comunità; e la riforma delle Parrocchie scaturisce dal desiderio di rinnovamento e di offerta di testimonianza cristiana per trasformare l'indifferenza religiosa in anelito di Dio.
A livello di cultura, non può mancare il compito di proporre la verità, e occorre svolgerlo con più coraggio con gli errori che circolano nella società: sulla costituzione umana, maschile e femminile, sull'eutanasia, sull'utero in affitto e su altre degenerazioni.
Da quanto succede in diverse famiglie (i femminicidi) e nella società, si deduce che la vita, il suo valore davanti a Dio e davanti agli uomini è venuto meno, con il conseguente degrado.
La verità è liberante; vi sono le chiare parole di Gesù: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
Il male del nostro tempo è il soggettivismo: l'uomo, che con il progresso scientifico e tecnologico, tenta di prendere il posto di Dio nei confronti della natura e della vita. La realtà è altra: è data dai limiti umani. È aberrazione la presunzione.
A livello delle Famiglie, il discorso è complesso, anche preoccupante, se non si verifica una svolta verso un'etica familiare e la presenza del vero amore tra gli sposi, tra genitori e figli. La famiglia ha bisogno di diventare consapevole della propria missione e dedicarsi al suo compimento alla luce dei valori umani (della lealtà, della sincerità) dei valori cristiani (della fede e della preghiera) e dell'appartenenza alla Chiesa.
Spetta alle famiglie questa responsabilità: educare le ragazze e le giovani al pudore, che è difesa della dignità personale. Non può mancare l'esempio delle madri e delle altre donne.
La Chiesa e i giovani, in passato è stato un binomio vissuto, ma da qualche decennio si è verificato il loro esodo.
Tanti fattori della società e la Pandemia hanno contribuito: deve tornare a rifarsi il binomio, di cui sopra. Ascoltarli, rendersi loro amici, desiderosi di formarne delle personalità che si aspettano la società e la Chiesa.
Con Cristo al centro del loro nuovo percorso. Egli non delude, anzi…è la Via, la Verità e la Vita per noi credenti.
Anche il Vescovo Diocesano è stato di avviso per l'articolo sul ricongiungimento delle membra del Corpo mistico sparse: con fiducia nel Signore e nelle qualità dei componenti della Chiesa arride la speranza “del Gregge” ricomposto.
*Vescovo emerito di Lamezia Terme
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